Brevi su l’uomo politico secondo Thule
Il nostro Sodalizio – seppur di matrice culturale – sta osservando con vivo interesse e attenzione le vicende della politica italiana, sebbene anche in passato non se ne sia mai estraniato.
Non dovrebbe esser sfuggito quanto già accennato in recenti interventi (*) sull’attuale condizione in cui versa la democrazia rappresentativa – dove alla politica nobile s’è preferita la grottesca farsa oggi imperante – ovverosia che gli strumenti di difesa della comunità nazionale, di cui la politica dovrebbe essere detentrice, sono utilizzati contro di essa da una genia d’incapaci.
La cronaca mediatica ci propina quindi, quale eventuale panacea, “nuove formule” per ridare fiato alla nostra Italia in affanno, partorite e perorate da figuri e figurini che ufficialmente non fanno politica, provenendo da altre esperienze, ma che in pratica cercano spazi d’influenza su di essa, in ragione di quello che riteniamo essere un levantino tornaconto personale o una mera “etero direzione” lobbistica.
Ciò porta, secondo noi, a detrimento dell’importanza che dovrebbe avere l’uomo politico al servizio della comunità nazionale, poiché i menzionati figuri e figurini altro non sono se non l’espressione di quelle forze culturali ed economiche, ben presenti anche in Italia, che hanno portato all’attuale declino dell’Occidente, ed alla crisi sistemica che ne sta accelerando il processo d’involuzione.
Non ci facciamo illusioni circa la reale capacità di questi soggetti nel porre rimedio alle tante criticità esistenti, cui l’Italia deve e dovrà far fronte. Così come non ci facciamo illusioni circa il fascino che certe “alternative” a buon mercato possano esercitare nel complesso di un popolo estremamente smarrito, preda d’ogni tipo d’influenza e spesso distratto da quelle che dovrebbero essere le proprie priorità naturali: stabilità sociale, tutela identitaria della comunità e prospettive esistenziali del singolo.
Tutte questioni che non possono essere ridotte ai minimi termini della spettacolarizzazione o del fascino mediatico, bensì affrontate da quello che non può prescindere dall’essere un vero uomo politico; che abbia ben chiaro il suo ruolo, in ragione di una determinata formazione ideologica ed etica.
Un uomo politico privo di spessore ideologico, di una visione del mondo d’ampio respiro, regredisce a semplice gestore meccanico della res pubblica. Senza uno spirito forte che lo animi, esso diviene debole e indifeso al venire meno delle sicurezze materiali preesistenti. Oppure, come nel caso di nazioni come l’Italia, si corre il rischio di dare libero sfogo a deleterie “fantasie” anti-politiche o a torbidi richiami a personalità legate ai diversi circoli imprenditoriali di cui la nostra nazione abbonda.
Il Sodalizio di Thule vede come vero e proprio fumo negli occhi, tutto ciò che distoglie dal legame che deve esistere tra l’uomo politico e l’idea di creare una vera alternativa al sistema vigente, che oggi langue in uno stato di grande precarietà e dal futuro quanto mai incerto.
L’uomo politico ideologizzato è per noi figura essenziale, sia per l’uscita dal periodo storico di declino che stiamo vedendo e vivendo, sia per la rigenerazione della comunità nazionale, di cui deve sentirsi appartenente e verso la quale avvertire il dovere d’agire positivamente.
Tutto quello che si allontana da tali postulati, non potrà mai – secondo noi – portare a delle soluzioni. Recherà solo ulteriore confusione o, nel peggiore dei casi, aprirà le porte a chi vuole snaturare l’approccio organico che la comunità nazionale deve avere nei riguardi di tutte le manifestazioni inerenti alla propria esistenza.
Gabriele Gruppo
*“Un bisturi nelle mani sbagliate”, Controinformazione, Agosto 2010
“La scure e il bisturi”, Rivista di Thule, Settembre/Ottobre 2010