Passato e presente: il rogo dei libri. Ovvero della libertà in editoria.

… se al tempo del Nazionalsocialismo fosse esistito il mondo virtuale, sicuramente oggi noi leggeremmo di come la solerte Gestapo usava porre i siti web sotto sequestro e cancellare (“delete”) dalla rete i libri ostili alla dittatura. Per fortuna viviamo in democrazia e l’incubo della censura è solo un fantasma del passato…

 

10 maggio 1933.

Il 6 aprile 1933, il principale ufficio della Stampa e della Propaganda dell’Associazione studentesca della Germania proclamò un'”Azione contro lo spirito non-tedesco” a livello nazionale, dove usando il fuoco si doveva effettuare una “pulizia”. L’8 aprile l’associazione studentesca elaborò un trattato, le 12 tesi, che di proposito evocava le 95 tesi di Lutero e il rogo dei libri “non-tedeschi” tenuto a Wartburg durante il trecentesimo anniversario della pubblicazione delle 95 tesi. Le 12 tesi affermavano il bisogno di una propria cultura e nazione, che non doveva essere “infettata” da altre popolazioni. Un altro inquietante atto fu svolto durante il 10 maggio 1933, dove gli studenti bruciarono più 25.000 volumi dei libri “non-tedeschi”, dando l’inizio alla censura di Stato. La notte del 10 maggio, nella maggior parte delle città universitarie, gli studenti nazisti marciarono in fiaccolate “contro lo spirito non-tedesco”. Venivano chiamati nei punti d’incontro le autorità naziste, professori, rettori e studenti per assistere al funesto spettacolo, durante il quale gli studenti lanciavano i libri non desiderati dentro un falò, con un’atmosfera di gioia dove erano presenti perfino delle orchestre. A Berlino circa 40.000 persone si riunirono nell’Opernplatz per ascoltare un discorso di Joseph Goebbels.

13 dicembre 2011.

MC036 Inserzione eBay rimossa: Materiale offensivo (543480768)
Gentile inserzionista,
siamo spiacenti di informarti che abbiamo rimosso le inserzioni sotto indicate perché non erano conformi alle Regole di eBay e abbiamo accreditato le relative tariffe d’inserzione sul tuo account: 110617799189 – Per che cosa combattiamo?
Ti ricordiamo che:
non è consentita la vendita di materiale con simboli (come la svastica o il fascio littorio) che promuovevano la propaganda nazista e/o fascista. Ti invitiamo a non ripubblicare questo tipo di inserzioni.
***Informazioni su questa Regola di eBay***
Ai venditori eBay non è consentito mettere in vendita oggetti che incitino all’odio, alla violenza, all’intolleranza razziale o religiosa oppure che promuovano le organizzazioni che perseguono tale scopo.
Non sono ammessi oggetti o memorabilia associati al Partito Nazista.
Non è consentito mettere in vendita tali oggetti anche se la foto all’interno dell’inserzione viene ritagliata o modificata in modo da non rendere visibile il simbolo offensivo.
Comprendiamo che vedere la propria inserzione rimossa possa non essere un’esperienza positiva, ma siamo tenuti ad agire con imparzialità e in conformità con le regole di eBay.

Peccato che il testo da noi pubblicato non andasse a infrangere le regole “imparziali” di eBay trattandosi della traduzione fedele di un libro dell’epoca la cui copertina è stata da noi ripresa e lievemente elaborata. E a riguardo alla presunta “imparzialità” cosa dire senza andare a scomodare campi ideologicamente opposti? Sarebbe sufficiente sfogliare le inserzioni per trovare quella simbologia “verbotten” tranquillamente parcheggiata tra le innumerevoli pagine del più grande portale di vendite on-line. Nulla da eccepire se lo svastica campeggia su un volume dall’inequivocabile titolo “I killed Hitler” o sul DVD “Hitler’s SS. Portrait of evil”. L’importante è seguire il semplice precetto secondo cui l’importante è parlarne male: tutto, allora, è consentito.

Ciò non vale solo per l’ambito del cosiddetto commercio elettronico, anzi quanto detto è ancor più vero quando trattasi di librerie in vetro e cemento. Le porte si spalancano e gli scaffali scalpitano pur di fare entrare l’ultima opera dell’”audace” casa editrice che ha sfornato l’ennesimo mattone per edificare il maestoso altare alla “verità”. Alcuni autori che erano in bilico tra l’oblio e il successo si sono salvati in extremis dalle fiamme eterne (Marco Zagni ne è un tipico esempio, prova ne è la recensione apparsa niente di meno che su Il Manifesto di cui consigliamo l’illuminante lettura).

Chi, come noi, ha invece l’ardire – questa volta sì, senza sarcasmo – di intitolare una collana “Percorsi della Weltanschauung” e di pubblicare testi,  i n d i s p e n s a b i l i  per lo storico nonché per l’appassionato, è soggetto alle ferree ed imparziali leggi della democrazia. Ciò tuttavia non ci fa desistere anzi, se fosse possibile, ci fornisce ancor più determinazione per proseguire consapevoli di agire per la Storia e non per i Padroni della storia.

Ora sapete “Per che cosa combattiamo” e per che cosa continueremo a farlo.

PS: Nonostante il rogo virtuale e il boicottaggio del silenzio, la prima edizione del volume “Per che cosa combattiamo” è da poco andata esaurita e, seppur non fosse nei nostri programmi immediati, sarà prestissimo ripubblicato con medesima copertina e stesso contenuto con buona pace dei democratici censori.

L’editore

Marco Linguardo

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