I primi vagiti democratici (…ancora su Foibe e dintorni)

Altro che foibe: Thule vuole esaltare il 3° Reich  [ dalla “Voce di Mantova” del 31 gennaio c.a. ]
Signor Direttore, ai nostri giorni le cose cambiano nome rapidamente e quindi ci asteniamo dall’usare il termine estrema destra che “sembra” desueto e che potrebbe offendere la sensibilità di neo-fascisti, neo-pagani e neo-nazisti chiamati in causa da questo breve testo. Sui giornali si è parlato molto di un incontro organizzato sul tema  delle foibe da parte della professoressa Barbara Spadini a nome dell’associazione Thule Italia. Il Comune di Mantova ha scelto di non patrocinare l’evento e sembra intenzionato a non dare la disponibilità alla sala. Una riunione prefettizia dovrebbe decidere in merito a possibili problemi di ordine pubblico. Il tema delle foibe ha una sua complessità storica e politica che una data istituzionale come quella del giorno del ricordo non è in grado di sbrogliare: per questo nascono diversi eventi collaterali, ma questi sono organizzati quasi esclusivamente dal mondo associativo, politico e/o culturale che fa riferimento ad una precisa cultura politica che non è quella  progressista, democratica o liberale. Non desta dunque sorpresa che i primi ad accorrere in soccorso della Spadini a cui è stata negata la sala, siano i camerati di Forza Nuova, un movimento, forse non di estrema destra, che ha riferimenti storici e culturali nel fascismo italiano, nella guardia di ferro rumena, nell’integralismo cattolico e con miti tra le fila delle SS. Il segretario nazionale di Forza Nuova, che probabilmente non è di estrema destra, è stato latitante in Gran Bretagna per la sua affiliazione a Terza Posizione e condannato per banda armata. Non è di estrema destra nemmeno l’associazione culturale Thule Italia che fa solo un “lavoro culturale”: si occupa di
documentare e valorizzare le culture nordiche e i fenomeni religiosi e spirituali in genere; il nome rimanda alla società segreta di matrice esoterica Thule da cui nacque il partito nazionalsocialista. Tra le pubblicazioni dell’associazione infatti ci sono libri di Hitler, sul gerarca delle SS belghe Leon Degrelle, sul nazismo esoterico, sul socialismo nazionale tedesco e anche materiale di propaganda destinato ai soldati della Wehrmacht impegnati nella seconda guerra mondiale. L’8 ottobre Thule Italia ha tenuto un incontro a Mantova per  presentare il programma del “movimento politico di transizione” che dovrebbe diventare la parte più attivamente politica dell’associazione. Non è sicuramente di estrema destra Barbara Spadini che si occupa solo di riabilitare la memoria della Rsi e del collaborazionismo. La professoressa Spadini ha inoltre creato, in modo  letteralmente “casalingo”, un centro studi che si occupa dei crimini del comunismo e che fa apologia dell’operato di fascismo e nazismo. Questa è la compagine che intende organizzare e sostenere un even-to sul tema delle foibe: non è estrema destra, è proprio neofascismo/neonazismo. Il problema dell’ordine pubblico è fittizio:
prima di qualsiasi contestazione, preso atto degli attori in campo, questo evento è oggettivamente impresentabile per la città di Mantova. Crediamo che i conservatori-liberali del centrodestra che amministrano il Comune di Mantova non vogliano patrocinare o concedere sale pubbliche a chi, tra le pieghe di una giornata istituzionale, vuole evocare i “fasti” del reich e del fascismo italiano, magari dimenticando l’italianizzazione forzata dell’Istria, l’annientamento culturale del popolo slavo, le deportazioni e la brutale occupazione di tutta la Jugoslavia al fianco dei tedeschi.
Comitato Mantova antifascista e antirazzista
D’accordo, Thule Italia è di estrema destra. Ma il senso del vostro antifascismo non era quello di dare a tutti la possibilità di parlare – o dobbiamo intendere che il “tutti” esclude democraticamente “qualcuno”? (matt.)

La nostra risposta.

I primi vagiti democratici

Non ha fatto in tempo a nascere – o forse è nato giusto in tempo (!) – che il Comitato Mantova antifascista e antirazzista sorto nel “lontano” 25 gennaio c.a. ha emesso i suoi primi vagiti democratici dalle colonne della “Voce di Mantova” di oggi, 31 gennaio 2012.
Dopo una frettolosa visita ai nostri portali ha sentenziato che è giusto non darci la sala, che è giusto negarci il patrocinio, che siamo impresentabili perché «tra le pieghe di una giornata istituzionale, vuole [Thule] evocare i “fasti” del Reich».
Quanta superficialità abbinata a una fallace dote di preveggenza per generare quella confusione condizione necessaria e sufficiente affinché si raggiunga lo scopo prefissato.
Ma oltre a quella che può essere la situazione contingente che ha fatto sì che un’Associazione operante da sei anni senza aver dato adito ad alcun problema né di ordine pubblico né di aver operato in contrasto con le leggi vigenti assurgesse agli “onori” della cronaca, è nostro dovere far presente alcuni aspetti che nella fretta di dire la propria sono sfuggiti.
Punto primo. “Il nome rimanda alla società segreta di natura esoterica da cui nacque il partito nazionalsocialista”. Avete mai sentito dei diari di viaggio dell’esploratore greco Pitea, salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. per un’esplorazione dell’Atlantico del Nord? Sembrerebbe di no. Thule, quindi, come leggenda, come mito, come allegoria, come viaggio verso terre sconosciute? No, non è funzionale ad avvalorare una tesi. Ma quanto bisogno vi sia di un’esplorazione verso terre ignote lo dimostra la facilità con la quale si associa un nome a una delle tante associazioni völkish e pan germaniche che sorsero nei febbricitanti anni del Novecento dimostrando quanto quel materialismo scientista si sia impossessato della nostra anima.
Punto secondo. L’Associazione Thule Italia non, e ripetiamo non, pubblica materiale di propaganda destinato ai soldati della Wermacht o libri di Hitler. Questo è compito dell’omonima casa editrice di cui lo scrivente è unico responsabile. Casa editrice che fu creata proprio per evitare pretestuosi accostamenti e facili deduzioni: ma vediamo che ciò è stato vano quando i preconcetti fanno da fondamenta alle altrui certezze. Infatti, la pubblicazione di testi storicamente attendibili e che forniscono per la prima volta materiale di prima mano per appassionati, studiosi viene guardato con sospetto se a pubblicarli è una casa editrice indipendente. Poco importa che la pubblicistica sul Terzo Reich sia equiparabile da settant’anni a un filone aurifero dove da Mondadori a Einaudi, da La Terza a Feltrinelli attingono a piene mani. Siamo forse prossimi a un democratico Bücherverbrennung?
Punto terzo. Il Movimento di Transizione nazionale è un’elaborazione socio-economica che non poteva non nascere che da persone abituate a ragionare, a studiare e ad approfondire e non da un magma di becerume nostalgico in cui ci volete associare. Eppure, si è deciso di disconoscere – senza che ve ne fosse reale bisogno – una filiazione perché non s’intendesse l’Associazione Thule Italia come un movimento politico, essendo da statuto apolitica e perché non si catalogasse il Movimento per qualcosa d’altro di una serie di proposte intorno alle quali discutere per migliorare le condizioni del popolo, per liberarci dalla schiavitù dell’interesse, per ritornare ad una dignità del lavoro. Quindi, l’Associazione Thule Italia e il Movimento hanno intrapreso sin da subito – senza il suggerimento di qualche osservatorio democratico – due percorsi differenti.
Detto questo, che è quanto ci premeva fare, vi auguriamo buon lavoro certi che non mancherete di affibbiarci eventuali e ipotetiche – e perché no – fantomatiche etichette pur di dimostrare la tesi che una conferenza storica sia un pretesto per mettere in discussione le fondamenta civili dell’attuale democrazia. Peccato che queste fondamenta siano messe in discussione nei modi e nei termini proprio da quelli che si sono autonominati fedeli guardiani.

Marco Linguardo

Share

Comments are closed.