19 agosto 1943. Silenzio.

Ricorre oggi l’anniversario del più cruento bombardamento su Foggia dell’estate ‘43, ma non è in programma alcuna celebrazione. Quel giorno gli aerei alleati trovarono una città che, dopo i morti di luglio [articolo su Thule Italia], si era ripopolata per la “precettazione” degli impiegati pubblici e così le varie ondate di bombe fecero una carneficina.

Eppure per questa data non sono (e non sono state mai) previste delle celebrazioni. Resta il 22 luglio il giorno delle cerimonie ufficiali, in ricordo del bombardamento sulla stazione ferroviaria, quando il carburante di alcune cisterne centrate dagli aerei diventò miccia per migliaia di vittime (circa 8mila).

Da sempre però alcuni testimoni della tragica estate chiedono che, almeno sulle date di quella ancora inspiegabile strage di civili, si faccia giustizia. Lo chiede Luigi Lo Prete, oggi ottantacinquenne, che aveva 16 anni quando le bombe devastarono la città.

«Ero impiegato all’Ige – racconta Lo Prete – lavoravo in un palazzo tra corso Vittorio Emanuele e corso Cairoli. Cominciarono a bombardare alle 9: mi precipitai subito fuori per raggiungere il palazzo degli Uffici statali che negli scantinati puntellati aveva un rifugio. Sapevo che lì avrei trovato mia madre e mia sorella, visto che abitavamo in corso Giannone… Insieme a tanta altra gente aspettammo fino alle 3 di pomeriggio prima di uscire».

Chiede che l’anniversario dei bombardamenti sia spostato al 19 agosto anche il giornalista Mario Ricci, che per giorni, dopo le bombe del 19 agosto, fu ritenuto defunto e mischiato al mucchio di cadaveri dinanzi al palazzo in cui abitava: «Luigi Lo Prete ha ragione – afferma Ricci – commemorare i tristi avvenimenti del 1943 nel giorno del 22 luglio non è esatto. Il bombardamento di quella mattina ha riguardato una importante parte della città, non la città, anche se le vittime furono ben 7.463…».

Secondo Mario Ricci, ciò che impressionò la popolazione riguardo i bombardamenti del 22 luglio fu il fatto che tutti quei morti rimasero alla visione di tutti per parecchio tempo; il 19 agosto, quando secondo il giornalista i morti furono oltre 9mila (secondo Lo Prete 20mila), le vittime «furono alla visione soltanto dei pochi superstiti e di quanti si adoperavano a soccorrere i feriti».

L’accertamento del numero delle vittime dei bombardamenti del ‘43 è un vecchio rovello degli storici. «Appena dopo la guerra secondo una valutazione sommaria si parlò di circa 20.000 morti – scrivono sul sito “Foggiainguerra” -. Nel 1954 un’indagine svolta dal Comune di Foggia, in occasione della posa della prima pietra della Cappella Ossario commemorativa al cimitero, calcolò 20.292 morti. Questa cifra in genere è la più citata anche se è frutto di una stima. Il progetto di procedere ad un esatto conteggio dei corpi presenti nelle fosse comuni non venne portato a termine in quanto la Cappella venne completata solo 13 anni dopo. [ articolo tratto dalla Gazzetta del Mezzogiono ]

Share

Comments are closed.