14 settembre 1943: il turno di Avellino
Avellino ed il suo circondario furono colpite, il 14 Settembre 1943, da insistenti e massicci bombardamenti effettuati da mezzi aerei americani. I bombardamenti, ed anche i successivi cannoneggiamenti, continuarono per una ventina di giorni su un ampio territorio circostante la città.
Furono ben 8 le ondate di bombardieri statunitensi (la prima composta da 36 Fortezze Volanti B 26) che sconvolsero la città a partire dalle ore 10,55 senza che uno squillo di sirene o altro allarme avvisasse la popolazione dell’imminente pericolo.
Quel 14 Settembre ad Avellino, in Piazza del Popolo era giorno di mercato e il mercato, dopo i bombardamenti, si trasformò in macello. Il grosso delle bombe cadde proprio su quella piazza. Furono inoltre colpiti il palazzo Vescovile, alcuni edifici in Piazza della Libertà, al Corso, al viale Platani, una parte del carcere borbonico, il Seminario (adiacente al Duomo), il lato corto dell’edificio dell’Intendenza di Finanza in Via XXIII Marzo (oggi Via Giuseppe Verdi) nei cui scantinati erano stati ricavati rifugi di fortuna. In uno di questi, precisamente in quello situato alla fine del lato lungo su Via Mancini, verso il cortile del Cinema Giordano, aveva trovato ricovero mia madre con me, di soli 2 mesi, e mio fratello maggiore Tonino di 7 anni.
Sembra che gli americani ritenessero la “piazza” di Avellino sede di un importante comando tedesco. Oppure, come altri sostenevano, lo scopo del bombardamento era quello di abbattere il ponte della Ferriera per rallentare la marcia di una Divisione corazzata tedesca di stanza nelle Puglie che si stava muovendo per contrastare le truppe americane sbarcate pochi giorni prima a Salerno.