Sangue e Terra

Sassonia, 1926, Giovani “wandervoegel” dell’Harz. [cliccare sulle immagini per ingrandirle]

Tratto da “Storia del Novecento”, n°8, 2001

SANGUE E TERRA

Alle origini dei movimenti ecologisti: i “Wandervoegel”.

La militarizzazione dell’agricoltura sperimentale nel III Reich.

Nei primi anni del Novecento fece la sua comparsa in Germania la “Jungendbewegung”. È il primo movimento giovanile di protesta del secolo scorso. Costituito da studenti e lavoratori chiamati “Wandervoegel” (uccelli migratori) richiamò gran parte della gioventù tedesca che si poneva antagonista in modo “romantico” all’anomia e all’alienazione della vita urbana. I “Wandervoegel”, dalle prime escursioni nei boschi e sulle montagne, dai canti attorno ai falò, dai primi campi per pionieri – alla ricerca di un nuovo stile di vita ecologico, diremmo oggi – dai reparti volontari della Prima Guerra Mondiale, ai combattimenti dei reduci contro i bolscevichi (vicende rammentate dal von Salomon nel suo I Proscritti, Ed. all’Insegna del Veltro, Parma), essi seppero davvero creare una nuova visione della vita. Era quella una gioventù percorsa nello spirito da un’inedita illuminazione ambientalista, del tipo “ritorno alla terra degli antenati”, praticamente orientata in senso collettivistico, nazionalistico e gerarchico: potremmo dire di inclinazione prussiana, per quanto magistralmente si espressero filosofi come Spengler, Junger, Nietzsche. Il movimento era caratterizzato da ideali di autarchia agricola di stampo spartano con l’obiettivo di colonizzare i territori germanici sulla frontiera orientale riscattati da associazioni di ex combattenti e, più tardi, dall’organizzazione delle Squadre di Sicurezza, SS. Al motto di “Blut und Boden” (Sangue e Suolo), Walter Darrè (1895-1953) fu certo il personaggio di maggior rilievo nell’indirizzare il movimento verso il naturismo contro un eccesso di civilizzazione globalistica. Nel 1935 Darrè scriveva: «L’attività del contadino non è soltanto un problema di produzione, ma lo strumento per poter conservare lo spirito della stirpe tedesca… già i nostri avi sapevano questo e veneravano la natura come essere vivente». E una canzone del movimento ribadiva: “Abbiam bisogno dì conoscer l’uomo/La salute del viver secondo natura/L’armonia tra Sangue, Suolo e Cosmo/La legge di ciò che vive”. Per Darrè, Ministro per l’Agricoltura e l’Alimentazione sotto il Terzo Reich, ma dal 1929 responsabile del Partito nazionalsocialista (Nsdap) della politica rurale, l’essenza della natura spirituale contadina era quella di aver forte il senso della comunità (la stirpe in luogo della classe), specie germanica, al contrario di altri popoli di origine nomade e che, per questo loro ondivagare caotico, erano incapaci di darsi forme di Stato concreto, un’agricoltura base e stanziale.

Un giovane delle Milizie del Lavoro premiato a un corso di disegno. Nel 1935, in Germania, migliaia di giovani lavoravano nelle campagne del Mecklemburgo, della Pomerania, della Turingia.

Nell’introduzione al testo di Darrè La nuova nobiltà di sangue e suolo, A. Agricola scriveva: «Ostile il Darrè come lo Spengler alle prospettive della snaturata agricoltura industrializzata, propone (Darrè) forme protette di ricostruzione di un’unità economica e familiare delineate con l’ausilio di due suggestivi strumenti della scienza antropologica: la teoria dell’ambiente (suolo) e dell’ereditarietà (sangue), raccogliendo, infatti, le istanze fondamentali dei movimenti tipo i “Wandervoegel”». Nel 1929-30 Darrè creò per il Partito Nazionalsocialista l’Organizzazione Agricola e nel 1935 il primo progetto organico di insediamento SS, la “Gemeinschaft der SS-Siedler und der Nordsee” (Comunità SS – Squadre di Difesa dei Coloni sul Mare del Nord). L’origine delle SS va forse pertanto riveduta nel servizio di vigilanza sulle forme della fedeltà al suolo e al sangue dei padri, vigilanza sullo sviluppo della migliore colonizzazione e rifondazione dello Stato tedesco, vigilanza sulle forme di sperimentazione di un’agricoltura biologica, l’allevamento mirato geneticamente e programmato secondo l’utilità collettiva. Dal 1929 Reichsführer delle “Schutz-Staffeln SS” per l’agricoltura era Heinrich Himmler, il quale dall’anno seguente diventò l’ufficiale di collegamento tra NSDAP e la Lega Agricola degli “Artamani”. I risultati, in termini di consenso politico per il NSDAP, a seguito del programma per l’agricoltura, non si fecero attendere: nel 1930 lo Schleswig-Holstein, roccaforte socialdemocratica, vide aumentare di quasi tre volte i suffragi elettorali del NSDAP, poi ulteriormente raddoppiati nel luglio del 1932. Incrementi ancora più elevati in Prussia (dallo 0,8% del 1928 al 22,5% del 1930), dall’1,2% al 20,8% nell’Hannover Orientale, dall’1% al 21% nel Breslau, aumento dell’11% nel berlinese, etc.

L’Artamanen Bund

Alla fine degli Anni Venti la metà delle aziende agricole tedesche erano fallimentari con conseguenti bancherotte e pignoramenti a favore del grande capitale mondiale e degli strozzini cosmopoliti, specie ebrei polacchi. Al Nord, in Schleswig-Holstein, in Meckleburgo, in Prussia venne allora innalzata la bandiera nera col simbolo dell’aratro e della spada. Vere e proprie sommosse scossero quelle terre, rivolte contadine appoggiate dai raggruppamenti della destra, nella convinzione che i popoli che sprezzano la nobile fatica della zappa sono destinati a cadere in rovina, dopo aver smarrito la propria natura. Così, fin dal 1924, era nato il movimento degli “Artamani”. Si trattava di conservare sui campi la popolazione scegliendo per questo tra volontari gli elementi che per le loro doti genetiche più si prestavano alla ricolonizzazione. L’Ordine dei Monaci Guerrieri Teutonici del Medioevo (Deutscher Orden) divenne un richiamo esemplare.

Merito della Lega degli Atamani fu quello di porre la prima pietra del “Servizio Agricolo della Gioventù Hitleriana”. Il 7 ottobre 1934 gli Artamani vennero incorporati nella Gioventù Hitleriana. In quell’occasione Baldur von Schirach – capo della gioventù tedesca – disse: «Noi vi accogliamo non perché con oggi il vostro compito è esaurito, ma perché da oggi è patrimonio comune di tutta la gioventù di Germania». Parole di circostanza? Propaganda? Perfino Mosse, trent’anni dopo afferma che proprio gli Artamani influirono, in misura sconosciuta ad altri, sulla coscienza ambientalista dei nazionalsocialisti (G.L. Mosse Le origini culturali del III Reich, Milano 1969).

Già dal 1935 migliaia di questi giovani prescelti, sia maschi sia femmine, lavoravano nelle campagne del Mecklemburgo, della Pomerania, della Turingia. Gli scopi del “Servizio Agricolo SS” vennero delineati da una circolare del Ministero del Lavoro in data 1 ottobre 1939: «Il Servizio persegue lo scopo di fornire alle aziende in difficoltà giovani capaci per carattere scelto di contribuire alla riuscita della battaglia per la ricostruzione».

L’età dei giovani organizzati si aggirava in media sui 14-18 anni. Erano divisi per squadre di cui ciascuna disponeva di una sede propria nella colonia. Qui alloggiavano in comune, ricevendo nelle ore libere un’istruzione appropriata. Il rapporto di lavoro era stabilito da un apposito contratto: l’orario di lavoro era di 54 ore settimanali, un pomeriggio libero, oltre naturalmente la domenica. Veniva   loro   corrisposta   una somma di 10 marchi al mese per le piccole spese. Nel 1940 oltre il 30% dei giovani che avevano svolto e terminato il servizio chiese di rimanere in attività, molti altri optarono per l’arruolamento nelle milizie del Partito. Allo scoppio della guerra il Servizio traversò qualche difficoltà, perché il 95% degli anziani si era arruolato.

Werda (Germania), 1933. Sentinelle degli Artamani al Campo di Burg Ludwigstein

L’Anno del Servizio Agricolo Obbligatorio (Landjahr)

A differenza del sopra menzionato servizio agricolo volontario, il “Landjahr” era una prestazione obbligatoria, ma non per tutti i giovani tedeschi. Vi doveva accedere solo quella piccola parte riconosciuta scelta per doti di resistenza fisica e di preclare caratteristiche genetiche, campioni di stirpe tedesca. Tale servizio divenne così una specie di distinzione, un riconoscimento che il soggetto – maschio o femmina – aveva meritato la particolare attenzione dello Stato rigenerantesi su basi di ricolonizzazione dei territori dell’Est. L’obbligo del “Landjahr” gravava su giovani che avevano compiuto la scuola primaria, tra i 15 e i 18 anni. Fino al 1939-40 passarono per il “Landjahr” 30.000 ragazzi. Il primo “Landjahr” ebbe luogo in Prussia nel 1934 e vi parteciparono 20 mila giovani. Nel ’35 il numero salì a 30 mila.

Fino al 1940 furono più di 200 mila i giovani che beneficiarono dell’organizzazione “Landjahr”. Svolgevano vita in comune in colonie di 60-100 cadetti. Solo il pomeriggio era dedicato alle diverse attività agricole, cinque ore giornaliere erano invece dedicate ai corsi interni, all’educazione fisica e spirituale, ai trattenimenti sportivi, ai concorsi culturali e altre gare, alla gestione e partecipazione alle feste folkloristiche nei villaggi limitrofi. La divisa quella della Hitler-Jugend d’ordinanza.

Guida spirituale, tra i tanti, quel Gottfried Benn che scriveva: «Poiché sono cresciuto in campagna e accanto alle greggi, so ancora cos’è la Patria. Metropoli, industrialismo, intellettualismo, tutte ombre che il secolo disfatto ha proiettato sul mio pensiero ora mi fanno volere il ritorno alla Madre Terra… Tutto, tutta questa via angustiata sprofonda e sola rimane la pianura, l’alpe, le stagioni, le parole semplici del mio Popolo». Poesia? Le statistiche sulla produzione complessiva di alcuni beni indicativi, dal 1933 al 1938, parlano di progressi concreti e notevoli. Il consumo di burro pro-capite in Germania, dal 1932 al 1938 si accrebbe del 20% e la sua produzione, dalle 400 mila tonnellate del 1933 salì alle 550 mila del 1938. Progressi anche nel settore industriale di trattamento, di produzione di carbone e acciaio, che salì di oltre il 100%. Risolto anche il problema della disoccupazione, scesa all’8,3% del 1936 a fronte di un 23,8% del 1931.

Il noto ricercatore di agricoltura biodinamica, l’inglese Rolf Vardiner, nel 1951 recò visita al vecchio Darrè e gli confidò che il movimento inglese per l’agricoltura ecologica aveva tratto dalla politica del Reich la propria ispirazione, fondando già negli anni Quaranta l'”Associazione Consanguineità per l’Agricoltura” e l’associazione “per il Suolo”, pur senza mai aver condiviso l’ideologia nazista. Nello stesso dopo guerra in Germania fu riedito un giornale degli agricoltori per l’ecologia, il “Demeter”. Oggi “Demeter” è un marchio di qualità per prodotti di aziende a linea naturista, aziende collegate a un movimento “verde” che si espande dalla Germania alle Americhe, dall’Australia alla Scandinavia. Debitore, anche se può non piacere, di parte dell’eredità della visione agricola del Terzo Reich.

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