Il Richiamo della foresta [prima parte]
Dall’emeroteca Thule. Storia del Novecento, dicembre 2001.
IL RICHIAMO DELLA FORESTA
Europa pangermanica, dall’idea politica alla formazione di milizie speciali. Il caso dei “brandeburghesi”
Se non fosse una storia tutta segreta e in gran parte da scrivere, sarebbe interessante conoscere una delle pagine più singolari della Seconda Guerra Mondiale, e così rispondere alla seguente domanda: quale forma di collaborazione intercorse tra i partiti e i gruppi della destra di talune Nazioni europee e le cosiddette “quinte colonne”, ossia quei commandos di volontari “tedeschi” che operarono alle spalle delle linee nemiche?
Vediamo quale potesse essere il retroscena politico dal quale mossero gli elementi componenti questi gruppi speciali impiegati in operazioni come quella denominata “Barbarossa”, il grande attacco tedesco all’Unione Sovietica, o sul fronte occidentale, che conobbero l’utilizzo, per esempio, dell’ormai leggendaria “Divisione Brandenburgo”, di cui parleremo più avanti.

Danzica, 1929, manifestazione di movimenti pantedeschi (Arch. Castello di Ludwigstein, Hessen, Germania). [cliccare su questa e le altre immagini dell’articolo per ingrandirle]

Slesia, 1930. Sfilata di giovani appartenenti a Leghe filotedesche (Arch. Castello di Ludwigstein, Hessen, Germania).
La presenza “Volksdeutsche” in Europa
Com’è stabilito, le unità di questo corpo di pionieri guastatori per specialissime mansioni in zona nemica, erano scelte tra volontàri che avessero conoscenza della lingua del nemico, possibilmente “Volksdeutsche”, tedeschi ancorché nati e cresciuti fuori del Reich, tedeschi di origine sebbene residenti all’estero, nei Sudeti, in Alsazia divenuta francese, tedeschi del Volga, emigrati nel Banato, Sud Tirolesi, tedeschi delle isole scandinave e baltiche, tedeschi residenti in qualche “enclave” altoatesina, slovena, transilvana, croata. Con questi volontari -mossi dalla viva nostalgia delle origini – saranno costituiti reparti di incursori come la “Divisione Brandenburgo” del capitano von Hippel. Ma facciamo un passo indietro per uno sguardo di sintesi sullo scenario politico di base che esisteva allora in Europa tra gli anni Venti e Quaranta. In tutte le nazioni a democrazia liberale si assistette al fiorire di vari movimenti, partiti e gruppi genericamente di destra, alternativamente polarizzati dall’Italia fascista, dalla Germania nazionalsocialista o da ambedue con distinguo e peculiari rivisitazioni. Movimenti anche consistenti a livello di partecipazione diretta, o, viceversa quantunque espressione di una élite esigua, non per questo non in grado di esercitare notevoli influenze politiche, come in Francia, in ampie regioni scandinave, in aree mitteleuropee, nei Sudeti, in Moravia e Boemia. Fu questo l’ambito di reclutamento delle formazioni tedesche di reparti stranieri inquadrati nelle Waffen SS e nei commandos di incursori oltre le linee del fronte. Daremo di seguito relazione in rapida successione delle realtà politiche di destra in alcuni paesi d’Europa a partire dagli anni Venti fino ai giorni della battaglia di Berlino.
Una galassia nera immensa e frastagliata
Paesi Bassi
Il più importante movimento fascista in Belgio – accanto alla Legion Nationale, la Action Fran-caise – fu il “Verdinaso” fondato da Jonis van Severen nel 1931. La sua milizia che indossava camicie verdescuro, era chiamata “Ordine Militante Germanico”. Durante gli anni Trenta Staf de Clercq fondò la “VNV” (Federazione nazionale fiamminga), dal 1937 sussidiata dal governo tedesco. Si deve ricordare anche il celebre movimento di Leon Degrelle, il “Christus Rex” che alle elezioni del 1936 ebbe oltre l’11% dei voti e 21 deputati eletti. Nel 1931 nasceva il “NSNAP” (Partito nazionalsocialista dei lavoratori olandesi) e, l’anno dopo, l’Unione Fascista Germanica. Nel 1935 da questa unione sorgeva una tenace formazione denominata “Fronte Nero”. In Olanda il principale partito di estrema destra fu il “NSB” (Movimento nazionalsocialista) fondato da Anton Mussert. Nel 1937, pur contando solo 50mila iscritti, ottenne l’8% dei voti.

Austria, 1931. Manifestazione di giovani inquadrati in organizzazioni pantedesche (Arch. Castello di Ludwigstein, Hessen, Germania).
Scandinavia
In Svezia esistevano molte organizzazioni della destra radicale e in Danimarca almeno sette. Il principale dei gruppi svedesi, sorto nel 1924, divenne il Partito Nazionalsocialista (SNP) poi “NSAP”. Le sue milizie della “Salvezza Nazionale” arruolavano circa 20 mila attivisti in Svezia, 7mila in Danimarca e poco meno in Norvegia. In Danimarca guidava il “Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori” (DNSAP) Frits Clausen, che nel 1939 ottenne l’1,8% alle elezioni e tre seggi in Parlamento. Il partito più importante dei movimenti scandinavi della destra nazifascista fu il “Nasjonal Samling” (Unità Nazionale) di Vidkun Quisling che contava un centinaio di migliaia di aderenti, compresa la milizia di partito “Herd”. Tuttavia nel 1933 il partito di Quisling riuscì ad ottenere il 2,2% del voto nazionale. Si ricorda anche il Movimento Nazionale Islandese, fondato nel 1933 di dichiarata ispirazione folo-germanica. Non contò mai più di 500 membri e mai ebbe voti oltre lo 0,7%.
Cecoslovacchia
Qui il movimento della destra radicale si sviluppò soprattutto tra la minoranza etnica tedesca che in Moravia, Boemia e Sudeti superava il 40% del totale della popolazione. Ma esistevano dal 1926 anche partiti fascisti cechi: il “NOF” (Lega Nazionale Fascista) il “Vlakja” dichiaratamente filo-germanico. Nel 1939 aveva circa 40mila membri. Il “Partito dei lavoratori tedeschi” (DAP) dei Sudeti era guidato da Konrad Henlein. Questo partito ebbe il 60% del voto tedesco alle elezioni del 1935, cosa che condusse al risultato vincente di 44 seggi sui 66 all’interno del Parlamento ceco (di quelli spettanti alla minoranza tedesca). Tale vittoria aumentò alle elezioni del 1938, che assegnò al partito di Henlein l’85% dei voti della etnia tedesca.

Uomini della “Brandenburgo” travestiti da partigiani serbi. Il loro aiuto fu prezioso in Russia. Restano avvolti nell’ombra gli effettivi dell’organico della “Brandenburgo”, i particolari di molte operazioni, le percentuali dei superstiti, l’evoluzione nel corso dei combattimenti, la fine.
Finlandia
Durante gli anni Venti l’ultradestra finlandese era rappresentata dall’ “Associazione per la Kare-lia” (AKS). Nel 1933 si organizzò il cosiddetto movimento “Lappista” (IKL), nazionalista e luterano per la Nazione finlandese estesa fino agli Urali, antibolscevico e antislavo, nel mito della riconquista prussiana all’Est. Alle elezioni del 1936 ottenne quasi il 9% dei voti. Il movimento lappista era affiancato anche da un Corpo femminile di ausiliarie chiamato “Lotta Svaerd”. [continua]