Ansuz
ANSUZ
“dèi”. Il nome anglosassone di questa runa è os: os byþordfruma ælce spræce: “Dio (la bocca) è creatore di ogni discorso”, cifr. lat. os, “bocca”, ostium, “ingresso”, a. isl. òss, “fonte”, “estuario di fiume” e áss, “dio”. In sanscrito asu è il “soffio vitale”, l’energia divina che anima il cosmo.
ANSUZ può essere interpretata come runa del Verbo divino: il silenzio primordiale (runa FEHU) viene rotto dal prorompere della Parola ordinatrice. Dalla tensione armonica dei due principi complementari del fuoco e dell’acqua individuatisi nell’abisso primordiale nasce il suono. Odino rompe il silenzio rituale delle nove notti con un grido.
Tra i nomi di Odino vi è Omi, “colui che grida”; þundr, “il tuonante”, nome che lo designa anche come scopritore delle rune.
ANSUZ, runa di parola, è anche la runa del canto sacrificale, delle parole sacre delle invocazioni con le quali l’uomo si rivolge alla divinità ed è la runa della bocca che si apre per svelare la volontà del dio. Runa oracolare e sapienzale del Vate, del Profeta, della Sibilla, FEHU, che per forma ricorda la figura stante con le braccia levate, diviene dono, parola, significata dalla runa ANSUZ nella quale le braccia sono abbassate verso terra e gli uomini.
ANSUZ è la runa della parola secondo verità: chi ha ritrovato il “soffio” divino – il sapiente – sa agire nel mondo manifestando il divino, la sua parola è parola secondo verità e giustizia. Questo è il senso del poema anglosassone citato: “Dio è creatore di ogni discorso”. E’ la bocca (os) che silenziosamente risuona nel cuore del saggio ispirandolo. E’ la fonte prima dei testi sacri, Rivelazione che si automanifesta nel silenzio del contemplante e del vate, che viene affidata alla parola della tradizione orale e, più tardi, quando la mente ha perso l’arte della memorizzazione, viene cristallizzata nella Scrittura.