La Caccia Selvaggia
La Wild Hunt o Caccia Selvaggia è un mito folklorico antico, maggiormente diffuso nell’Europa settentrionale, centrale e occidentale. La premessa fondamentale in tutti gli esempi è la stessa: un corteo notturno, spettrale, attraversa il cielo (o il terreno) intento in una furiosa battuta di caccia, con tanto di cavalli, segugi e battitori al seguito. Tra i protagonisti della battuta di caccia nelle varie culture si trovano, ad esempio, Odino (Scandinavia), Re Artù (Britannia), Carlo Magno (Francia), Teodorico il Grande, Nuada (Irlanda), Arawn (Galles), re Waldemar Atterdag (Danimarca), lo psicopompo gallese Gwyn ap Nudd, l’exercito antiguo (Spagna), o Wotan con il suo Wütendes heer (“esercito furioso”) in Germania, o altri riflessi della medesima divinità come il Wuodan degli Alemanni con il suo Wuotis Heer (“l’esercito di Wuodan”) della Svizzera centrale e della Svevia. I cacciatori possono anche essere i morti, o le fate (spesso nel folklore connesso con i morti); il cacciatore può essere un’anima perduta non identificata, una divinità o uno spirito sia di genere maschile che femminile, o una figura storica o leggendaria.?Si possono raggruppare le varianti in quattro classi, a seconda che il corteo sovrannaturale sia composto da: soli animali (la maggioranza dei casi); anime dannate; esseri mostruosi o dalle origini comunque ultraterrene; un corteo guidato da un capogruppo, in genere legato alle forze ctonie (in genere, quindi, il diavolo).
Ci si riferisce alla Caccia Selvaggia in numerosi modi: tedesco Wilde Jagd (“caccia selvaggia”) o Wildes Heer (“esercito selvaggio”) antico inglese Herlaþing (“l’assemblea di Herla”) inglese Woden’s Hunt, Herod’s Hunt, Cain’s Hunt, the Devil’s Dandy Dogs (in Cornovaglia), Gabriel’s Hounds (nell’Inghilterra settentrionale), Ghost Riders (nell’America settentrionale) antico francese del nord Mesnée d’Hellequin (“compagine di Hellequin”) gallese Annwn (“i segugi di Annwn”) cecoslovacco divoký hon o štvaní (“caccia selvaggia”, “adescamento”) polacco Dziki Gon norvegese Oskoreia o Åsgårdsreia (“la cavalcata di Asgard”) galiziano Estantiga (da Hoste Antiga, “l’antico esercito”), Hostia, Compaña e Santa Compaña (“esercito, compagnia”) asturiano güestia
Essere testimoni della Caccia Selvaggia viene considerato presagio di catastrofi e sciagure; i mortali che si trovano sul cammino del corteo sono in genere destinati ad essere uccisi (rapiti e portati nel Regno dei Morti). Una ragazza che vide la Wild Edric’s Ride (“la cavalcata del selvaggio Edric”) fu messa in guardia da suo padre di mettere il suo grembiule sulla testa per non guardare. Altri credono che l’anima delle persone possa essere tirata fuori dal corpo durante il sonno per raggiungere la cavalcata.
In Germania, dove era conosciuta anche come “l’esercito selvaggio” o “l’esercito furioso”, al suo condottiero venivano date diverse identità, incluso Wodan (o Woden), Knecht Ruprecht (cfr. Krampus), Berchtold (o Berchta) e Holda (o Holle). La Caccia Selvaggia è anche conosciuta nel folklore post-medioevale.
Origini
La rievocazione rituale della Caccia Selvaggia è stato un fenomeno culturale tra molte popolazioni galliche e germaniche. Nelle sue manifestazioni germaniche gli Arii si dipingevano di nero per attaccare i loro nemici nel buio. Gli Eruli, nomadi, estatici guerrieri-lupo, la dedicavano a Wodan.
Il dio norvegese Odino nelle sue molte forme, a cavallo del suo destriero, il cavallo a otto zampe Sleipnir, in Scandinavia era associato alla Caccia Selvaggia a causa del suo aspetto simile ai Berserkr. Odino divenne il Cacciatore Selvaggio, insieme a Frigg. A volte la Caccia Selvaggia viene anche definita come la “Caccia di Odino”. Infatti la Caccia Selvaggia è un’immagine mitica del folklore europeo. Originaria di Germania e Britannia, si è diffusa in molte altre regioni europee, dalla Scandinavia alla zona delle Alpi. Nelle varie tradizioni popolari quest’immagine viene inserita in diversi racconti e leggende, ma la radice originaria della credenza della Caccia Selvaggia affonda nella mitologia nordica: il dio Wodan, nelle notti del Sacro Periodo (cioè quello che comprende i dodici giorni successivi al solstizio d’inverno), a cavallo di Sleipnir dalle Otto Zampe, mostruoso cavallo nero, guida il corteo delle anime dei soldati morti in battaglia, in una vorticosa ridda attorno alla terra.