Pierre Drieu La Rochelle…Parigi, 3 gennaio 1893

pierre-drieu-la-rochelle-_document-remis_

Centoventi anni fa nasceva Pierre Drieul La Rochelle.

Per ricordarlo, oltre a quanto riportato nel 2009 – ovvero lo scritto di Adriano Romualdi, Drieu La Rochelle: il mito dell’Europa – alcuni estratti di una significativa lucidità…

Io sto per essere condannato, come molti altri, per qualcosa di molto contingente e transitorio, a cui nessuno domani avrà il coraggio di richiamarsi senza un moto di esitazione o di timore. Non mi considero colpevole; penso di avere agito come poteva e doveva agire un intellettuale e un uomo, un francese e un europeo. In questo momento non rendo conto a voi ma, secondo il mio rango, alla Francia, all’Europa, all’uomo. (1)

Io andai a Parigi e, con altri, assunsi la decisione di superare i limiti del nazionalismo, di sfidare l’opinione pubblica, di essere una minoranza considerata con diffidenza, con esitazione, con dubbio, per essere poi maledetta nel momento in cui i dadi di ferro caddero sulla bilancia a El Alamein e a Stalingrado. (2)

Mi sono messo nelle vostre mani nella certezza di sfuggirvi, al di là di questo istante contingente, nel tempo. Ma adesso giudicatemi fino in fondo. Sono qui per questo. Non mi sfuggirete, non vi sfuggirò. Siate fedeli all’orgoglio della Resistenza, come io sono fedele all’orgoglio della Collaborazione. Non barate più di quanto io non bari. Condannatemi a morte. (3)

Non ho voluto essere un intellettuale che misura prudentemente le parole. Avrei potuto scrivere nella clandestinità (ci ho anche pensato), scrivere in zona libera, all’estero. No, bisogna assumere le proprie responsabilità, entrare in gruppi impuri, ubbidire alla legge politica che è sempre quella di accettare alleati spregevoli e odiosi. Bisogna sporcarsi almeno i piedi, non le mani. Non mi sono mai sporcato le mani, soltanto i piedi. (4)

Ho voluto essere un uomo completo, non soltanto un topo di biblioteca, ma anche un uomo di spada, che assume le proprie responsabilità, che riceve e dà colpi. Certo. Ma il mio desiderio nasceva sia dal coraggio che dalla vanità. Proverò sempre rimorso per non essere stato capace di incarnare in questi ultimi anni un personaggio che è rimasto senza interpreti: quello del dandy, dell’uomo rigorosamente non-conformista, che rifiuta tutte le sciocchezze del momento, da qualsiasi parte vengano, e professa con discrezione ma con fermezza una sacrilega indifferenza. […] Ciò che m’infastidisce nel comportamento del dandy, è il suo puritanesimo mascherato: noli me tangere.
Astrarsi dalla vita, da ogni impegno, rifiutare le sbavature. Insomma preferisco essermi rivoltato nel fango insieme agli altri… Non fino in fondo però: vi sono cose che non ho mai detto, ragionamenti privi di senso che non mi hanno mai visitato. E poi sono stato insieme con gli happy few, con alcuni uomini che hanno partecipato alla Collaborazione non tanto per collaborare, quanto per non essere altrove, fra la massa che trasuda paura e odio. (5)

(1-4) Pierre Drieu La Rochelle, Esordio

(5) Pierre Drieu La Rochelle, Diario 1944-1945 in Racconto segreto

Share

Comments are closed.