Fucile Garand M1
Fucile Garand M1
Ci sono armi che hanno dimostrato come sia importante che il milite medio non solo sia atleticamente preparato, ma anche intellettualmente pronto ad assorbire delle lezioni assolutamente basilari ed elementari di meccanica applicata, poiché non basta sapere premere un grilletto,ma bisogna anche avere l’intelligenza di capire come smontare un fucile o come curarne la manutenzione. Alcune armi invece provano l’assoluta mancanza d’etica e d’onore dei soldati di alcuni stati intervenuti nel secondo conflitto mondiale che poi si ersero a difensori della pace e della giustizia. Di questi esempi sinora ne è stato visionato qualcuno nelle passate schede. Ci sono armi che hanno segnato la storia della guerra,tracciando un solco indelebile tra le tecniche belliche passate e future. Armi tali spesso non sono meccanicamente barocche o dotate di chissà quali caratteristiche, ma così semplici e dirette da rappresentare un’innovazione che subito travolge le meccaniche passate. Tra queste abbiamo il fucile Garand M1, costruito negli U.S.A.
Gli Stati Uniti furono l’unico paese belligerante della seconda guerra mondiale che entrarono nel conflitto avendo già pronto per la distribuzione in massa ai soldati un fucile semiautomatico. In realtà nel settembre del 1941 (cioè a 2 mesi dalla dichiarazione ufficiale di guerra degli U.S.A. verso il Giappone e le potenze dell’Asse) si contavano soltanto 60.000 unità di Garand M1. Tutto era però pronto per la produzione intensiva, così nei 3 anni durante i quali gli Stati Uniti presero parte attiva alla guerra si produssero ben 4.050.000 unità. La storia di questo fucile è un po’ travagliata ed ha radici piuttosto lontane rispetto al secondo conflitto mondiale.
La storia del Garand ebbe inizio nel 1920, quando John Garand fu assunto come progettista presso la Springfield Armory, nel Massachussets. John Cantius Garand in realtà non era originario degli Stati Uniti, ma del Canada, essendo nato a Saint Remi l’1 Gennaio del 1888. Laureatosi come ingegnere meccanico, si trasferisce negli U.S.A. dove diviene progettista presso la Springfield. In seguito entra nell’esercito come militare e collabora a numerosi progetti, ma la sua fama resta legata per tutta la sua vita alla sua arma più innovativa e riuscita, il Garand M1. Per i suoi meriti tecnici e scientifici non riceverà mai alcun premio in denaro (in realtà sarà lui stesso a rifiutare ogni bonus pecuniario, volendo mantenere semplicemente il suo stipendio da impiegato civile). Nel 1941 riceve una medaglia di merito al servizio (Medal for Meritous Service) e nel 1945 la medaglia al merito del governo degli Stati Uniti (U.S. Government Medal for Merit). Alla fine del secondo conflitto mondiale continua la sua opera di consulenza presso la Springfield, per la quale lavorerà sino al momento del pensionamento, nel 1953. John Garand muore a Springfield (Massachussets) il 16 Febbraio 1974.
L’ingegnere canadese inventò nei primi anni del Novecento un fucile semiautomatico che pur passando con successo la fase di sperimentazione non venne approvato dall’esercito U.S.A. ; fu notato però dall’arsenale militare di Springfield, che lo incaricò di studiare una nuova arma. Già nel 1929 il genio di John Garand partorì un fucile semiautomatico che risultò essere il vincente di un concorso indetto dall’esercito degli Stati Uniti, ma nonostante tutto ancora non risultava del tutto soddisfacente. Questo modello ,parente vicinissimo dell’M1, venne preso come prototipo e si cominciò la sperimentazione su questo, per limarne i difetti e migliorarne i punti di forza.
L’arma venne quindi costruita e testata in due modelli, equipaggianti il calibro 30 ed il 276 (indicati in centesimi di pollice;le misure europee sono 7,62 mm e 7 mm). Con il primo modello si utilizzava la stessa cartuccia che munizionava il fucile militare a ripetizione già in dotazione dell’esercito ,lo Springfield con cartuccia 30/06. Con il secondo si sparava invece una nuovissima cartuccia, appena inventata dal progettista J.D. Pedersen (collega tra l’altro di Garand, visto che i due lavoravano presso la stessa industria bellica). Nel 1932 comunque si decise di abbandonare il calibro 276 (7 mm) per quello 30/06 :questa scelta fu dettata da motivazioni pratiche ed economiche: meglio utilizzare un calibro già presente in magazzino e la cui produzione è già avanzata . A questo si aggiunge inoltre che il Garand M1 e lo Springfield spesso lavoravano in parallelo. La scelta di una cartuccia comune ad entrambi i fucili fu quindi vincente.
Nel 1936 , grazie ad una decisione di forza presa dal Generale Douglas MacArthur di fronte ad i suoi titubanti colleghi, il fucile M1 Garand, nato dal perfezionamento del primo prototipo, viene ufficialmente riconosciuto come arma a ripetizione ordinaria della fanteria dell’esercito degli Stati Uniti d’America. La produzione comincia presso la stessa Springfield nel 1937, ma in maniera blanda. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, vista la grande richiesta di fucili in Europa, la produzione verrà effettuata anche da un altro colosso bellico americano, la Winchester Repeating Arms Company (localizzata a New Haven ,nel Connetticut). Il Garand diventò così il fucile di rappresentanza dell’esercito U.S.A. mentre il vecchio Springfield per le sue caratteristiche di stabilità,robustezza e precisione verrà utilizzato come fucile per operazioni di cecchinaggio. I due fucili conviveranno così sino alla guerra del Vietnam . In seguito lo Springfield andrà in pensione, mentre versioni ricalibrate del Garand saranno cedute agli alleati NATO.
Tornando all’M1, era un fucile semiautomatico funzionante a sottrazione di gas. Da un foro praticato nella parte anteriore della canna ,in corrispondenza della volata,fuoriusciva al momento dello sparo una parte di gas (generato dallo scoppio della cartuccia), la cui pressione azionava uno stantuffo che provocava automaticamente l’estrazione del bossolo esploso ed il successivo caricamento della cartuccia da sparare. Fu il primo fucile ad utilizzare questo rivoluzionario metodo, visto che all’epoca la maggior parte dei fucili erano del tipo bolt-action (otturatore girevole-scorrevole, da azionare manualmente dopo ogni sparo). Per questo motivo la grande maggioranza dei tecnici sono concordi nell’affermare che questo fu il fucile che vinse la guerra e non il Kar98k tedesco (il cui funzionamento era invece manuale).
Il Garand comunque poteva funzionare anche come fucile a ripetizione ordinario, questo quando alla canna era applicato il tromboncino lanciagranate. Il Garand era lungo 1107 mm (canna da 610 mm) e pesava 4,3 kg. Il serbatoio fisso conteneva 8 cartucce in caricatore a pacchetto. Il dispositivo di mira era costituito da un alzo calibrato da 1 a 12 (da 100 a 1200 yards). Il proiettile invece veniva sparato alla velocità di 853 m/s alla bocca, con una gittata massima di 3200 m (il tiro utile era però di 500 m). La cadenza di tiro era di 24 colpi al minuto. La dotazione principale del fucile era costituita dal tromboncino lanciagranate e dalla baionetta,ma ne vennero costruiti anche alcuni modelli studiati appositamente per le operazioni di cecchinaggio e dotati di un mirino ottico.
Il fucile comunque presentava alcune problematiche. Per prima cosa, nel caricamento di un nuovo pacchetto di cartucce il soldato poteva ferirsi alla mano, visto che con una doveva inserire il pacchetto e con l’altra tenere arretrato l’otturatore (in metallo) mosso da una molla. Inoltre in generale un caricatore semi utilizzato non poteva essere rimosso prima di avere sparato tutte le cartucce. Alternativamente si doveva aprire manualmente il castello e provvedere alla sostituzione, ma l’operazione era piuttosto lenta, sconsigliabile da realizzare durante uno scontro a fuoco. Infine una problematica imbarazzante era quella relativa al suono di espulsione della clip metallica, scattante quando il fucile era scarico: questo poteva mettere in soldato in pericolo, poiché avvertiva i nemici dell’arma scarica e dell’incapacità del soldato a difendersi. Questi difetti (che poteva tranquillamente essere ritenuti trascurabili da un soldato ben addestrato) comunque erano di gran lunga superati dalle caratteristiche di assoluta stabilità,precisione e celerità di fuoco del fucile, che raramente si inceppava o incorreva nella rottura di qualche componente. Inoltre l’utilità della sottrazione di gas era una caratteristica che rendeva questo fucile la migliore arma del secondo conflitto mondiale. Per utilizzare le parole del generale Patton : “La migliore arma da combattimento che un fante potrebbe desiderare”. Egli probabilmente si riferiva alle sue caratteristiche di velocità di fuoco,potenza, precisione e facilità di manutenzione.
In seguito un modello ricalibrato del Garand M1, il modello 51, diventerà il modello d’ordinanza dell’esercito italiano per le operazioni d’assalto e l’equipaggiamento dei militari di leva (sino al 1990).
L’M1 Garand compare in svariati film dedicati al secondo conflitto mondiale, tra i quali lo scrivente ricorda “Patton,generale d’acciaio” e “Salvate il soldato Ryan”.
Pasquale Piraino