Mitra PPSh 1941

Mitra PPSh 1941

Abbiamo visto insieme come in Russia, spinti da una qualità della manodopera piuttosto bassa, uno scadente apparato industriale ed un livello tecnologico piuttosto superato ed obsoleto, si riuscì a produrre un fucile che nonostante i fortissimi fattori limitanti funzionasse comunque con la massima affidabilità e rappresentasse un buon compromesso tra qualità di tiro e robustezza da una parte ed economia di produzione e facilità di realizzazione dall’altra:lo scrivente sta accennando al fucile Tokarev.

Georgy Shpagin

Georgy Shpagin

L’U.R.S.S. però nel corso del secondo conflitto mondiale mise da parte ogni programma di dotare la fanteria di fucili automatici per indirizzarsi sulla produzione di massa di mitra, visti i risultati ottenuti dalle truppe d’assalto con i moschetti automatici. I mitra venivano dati in dotazione ai militi della Guardia, un reparto speciale dell’esercito russo formato non da truppe scelte (come nell’esercito britannico ad esempio), ma da quei soldati che si erano distinti per coraggio e combattività. Il primo moschetto automatico prodotto fu il PPD 40, ma visto il processo produttivo (lento per le obsolete industrie russe) ed i costi si decise di ideare un nuovo fucile più adatto alle esigenze russe.  Si diede così fiducia alle idee di un altro tecnico delle armi, dotato di una brillante carriera alle spalle: Georgy Shpagin.

Georgy Semyonovich Shpagin nasce a Klyushnikovo nei pressi di Kovrovo nel 1897, sotto l’Impero Russo, da una famiglia di umili origini. Frequenta le scuole per 3 anni, ma a 12 anni, nel 1909, decide di abbandonare gli studi per lavorare come operaio. Quando scoppia il primo conflitto mondiale egli viene arruolato nell’esercito e assegnato alla difesa del fronte orientale russo, salvo poi essere spostato in un reparto atto alle riparazioni dell’artiglieria pesante. Egli non crede però nello Zar e nell’Impero così appena scoppia la rivoluzione russa si offre come volontario nei ranghi dell’Armata Rossa e quando viene instaurata la dittatura dei Soviet decide di andare a lavorare a Vladimir Oblast come armaiolo, con compiti di riparazione, modifica e manutenzione degli armamenti militari. La sua carriera ,fino ad ora piuttosto incolore e priva di alcuna apprezzabile innovazione, prende il volo nel 1938, quando egli progetta l’arma pesante  DShK, cannone antiaereo ed anticarro del quale ne furono prodotte solamente durante la seconda guerra mondiale ben 8000 unità. Ma durante l’invasione russa della Finlandia egli si accorge subito delle grandissime debolezze dell’armata rossa e dello scarso livello tecnologico degli armamenti,notando come il mitra KP 31 fosse del tutto inadatto per gli scontri a fuoco in ambiente boschivo od urbano. D’altra parte egli nota pure che il livello industriale sovietico è troppo arretrato per potere iniziare una produzione su vasta scala del PPD 40, che neanche soddisfa pienamente le necessità dei soldati sul campo di battaglia. Così egli stesso nel 1940, mettendo a frutto l’esperienza maturata sul campo di battaglia e col lavoro in officina, disegna un nuovo fucile, il cui progetto presenta alle autorità militari dell’armata rossa,che lo accettano immediatamente. La produzione comincia a Mosca nel 1941, sotto la supervisione di alti ufficiali del partito comunista sovietico atti al controllo di qualità della produzione. Intanto Shpagin nel 1944 entra nel partito comunista russo, ma grazie alle sue innovazioni in campo militare aveva già acquisito alcuni tra i massimi onori della Russia staliniana, ovvero il premio Stalin di seconda classe (1941), per tre volte l’ordine di Lenin (1941,1943,1945), l’ordine di Suvorov di seconda classe (1945), l’Ordine della Stella Rossa (1938) ed infine il 16 Settembre del 1945 riceve il titolo di Eroe del lavoro socialista, per “per la creazione di nuovi tipi di armi e il potenziamento della capacità offensiva dell’armata rossa”. In virtù del suo lavoro come progettista d’armi ed esperto del campo bellico inoltre Georgy Shpagin diventa membro del Supremo soviet dell’ U.R.S.S. dal 1945 al 1950. In seguito si ammala gravemente di cancro allo stomaco e morirà a causa di questa malattia il 6 Febbraio del 1952. Viene sepolto nel cimitero Novodevichy di Mosca ed oggi una strada a Vyatka porta il suo nome, mentre due statue a lui dedicate si trovano nella già citata Vyatka ed a Kovrovo.PPSh41

Militi russiAnalizziamo quindi una delle sue creazioni di maggior successo, il mitra PPSh 1941. Il nome completo dell’arma era Pistolet-Pulemyot Shpagina 1941; si capisce quindi che le doppie P rappresentano il tipo d’arma mentre la sigla Sh sta per il nome del progettista. La sua produzione iniziò,come è stato scritto a Mosca, nel 1941, ma se ne realizzarono pochi esemplari. Già nel 1942 però la produzione era salita a 155000 unità mentre verso la fine del medesimo anno la produzione arrivò a 3000 mitragliatori al giorno. Quest’arma rappresenta la prova di come sia possibile raggiungere un compromesso tra economia e buona qualità,oltre ad essere un esempio di praticità meccanica e semplicità costruttiva, che permettesse la produzione in massa anche in uno stato scarsamente industrializzato come l’U.R.S.S. . Vediamo subito il munizionamento: invece di puntare su un nuovo tipo di cartuccia, si decise di risparmiare puntando su un tipo già esistente e pronto per la produzione di massa:poiché la cartuccia utilizzata nell’esercito era la 7,62 mm della pistola Tokarev, si decise di costruire anche il PPSh con questo calibro. Si costruì su questa cartuccia un mitra a fuoco selettivo azionato dal rinculo dello sparo, dotato di otturatore aperto. Furono però eliminate tutte le parti che occorressero di un particolare lavoro di finitura, sostituendole con elementi in acciaio stampato. Per velocizzare e semplificare la costruzione, l’arma fu inoltre dotata di un calcio in legno e privata di meccanismi di sicurezza, che vennero sostituiti da una molla molto rigida al grilletto, così che effettivamente le partenze accidentali dei colpi venissero ridotte dalla notevole pressione necessaria sul grilletto. Le canne inoltre potevano essere ricavate riciclando i vecchi fucili Mosin-Nagant da fanteria, ormai obsoleti: la canna veniva tagliata a metà cromando la sua anima (così da prevenirne l’usura) ed infine montata sul castello del fucile. Si ideò quindi un fucile assolutamente economico, facilmente assemblabile, che poteva tranquillamente venire prodotto da operai non specializzati presso qualunque officina meccanica per le riparazioni di autoveicoli (non necessitava quindi di stabilimenti industriali specializzati) in sole 7 ore di lavoro. Vediamo quindi le caratteristiche del mitra.Milite Wehrmacht con PPSh41

Militi Whrmacht con fucile PPShUtilizzava  due tipi di caricatore, uno circolare (copiato dal finlandese KP 31) da 71 colpi oppure uno prismatico ad astuccio da 25 colpi (i soldati russi preferivano quello circolare). Era lungo 843 mm (canna da 269 mm) e pesava 3,5 kg (con caricatore montato 5,4 kg);era munito di un alzo regolabile da 0 a 500 m ,a volte di tacca ad L regolata sui 100 e 200 m. La pallottola aveva una velocità iniziale di 500 m/s, con una gittata utile di 200 m ed una una cadenza di tiro di 1000 colpi al minuto. Quest’arma fu apprezzata anche dai soldati tedeschi, che notarono come potesse montare anche la cartuccia della teutonica Mauser, visti i calibri praticamente identici (7,62 x 25 mm la Tokarev, 7,63 x 25 mm la Mauser).Tante ne catturarono i tedeschi (che riconobbero la praticità dell’arma connessa ala sua semplicità ed economia di manutenzione) che decisero di modificarne alcuni prototipi ricamerandoli per la cartuccia del loro mitra, la 9 mm parabellum: questi mitra vennero denominati MP43 mentre invece quelli non ricamerati presero presso la Wehrmacht il nome di MP717.

La storia di quest’arma non si ferma alla fine della seconda guerra mondiale, ma continua con la guerra di corea (come mitragliatrice utilizzata dai Vietcong),nella guerra nei paesi slavi e nell’attuale Cina. Inoltre una versione semiautomatica modificata così da permetterne la vendita ai civili è prodotta attualmente in Germania sotto il nome di SKL-41.

Vista la sua altissima cadenza di fuoco, la PPSh 41 fu soprannominata “burp gun”  dagli americani, mentre amichevolmente era conosciuta come “ Phe Phe Sha” di sovietici.

Pasquale Piraino

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