L’ODISSEA – seconda parte
Sull’isola di Eolo
Le navi si fermarono poi sull’isola di Eolo, il Signore dei Venti. Eolo accolse Ulisse ed i suoi compagni con benevolenza, dando loro ospitalità per un mese. AI momento della partenza, Eolo fece dono ad Ulisse di un otre, fatto di pelle di bue, contenente tutti i venti più forti, dicendogli che, se ne avesse avuto bisogno, avrebbe dovuto liberare solo Zefiro, la dolce brezza che lo avrebbe accompagnato fino ad Itaca. Ulisse diede le stesse istruzioni ai suoi compagni aggiungendo che, se avessero aperto l’otre, i venti che ne sarebbero usciti avrebbero messo in grande pericolo il loro viaggio.
Ma l’equipaggio non obbedì e, credendo che Eolo avesse donato ad Ulisse un otre contenente del vino raro, approfittarono del momento in cui Ulisse dormiva, e l’aprirono. Ne uscirono tutti i venti e la piccola nave venne sballottata da onda a onda in una tempesta senza pari. La burrasca riportò la nave sull’isola di Eolo che, indignato dall’uso fatto del suo dono, si rifiutò di dargli ulteriore assistenza; Eolo si convinse che gli dèi non volevano aiutare Ulisse, e lo lasciò al suo fato.
L’isola di Circe
Ripresero il loro viaggio e giunsero sulla terra dei Lestrigoni, che erano dei selvaggi mangiatori di carne umana. Riuscirono a scappare quasi miracolosamente, ma i cannibali, che l’inseguivano lanciando pietre, affondarono tutte le navi tranne una. Quest’ultima ed il suo equipaggio era tutto ciò che rimaneva ad Ulisse quando lasciarono questa terra e si diressero verso l’isola di Circe. L’isola dove viveva la Maga, era chiamata Eea, ed oggi è il promontorio di Monte Circeo, a sud di Latina. Circe era la sorella di Eeto, il re della Colcide che abbiamo già incontrato nei miti relativi agli Argonauti ed a Pasife, moglie di Minosse.
All’inizio, Circe accolse con gioia il gruppo che Ulisse aveva inviato in ricognizione, al comando di Euriloco. Ma dopo aver offerto loro da mangiare, cominciò ad usare la sua magia trasformandoli in maiali ed altri animali. Euriloco riuscì a fuggire e riferì ad Ulisse quanto era accaduto. Ulisse decise quindi di andare dalla maga e convincerla a restituire ai suoi uomini le loro forme primitive. La maga trattò Ulisse allo stesso modo, ma si accorse che l’eroe era invulnerabile alla sua bellezza; ciò grazie ad una pozione che Ulisse aveva ricevuto da Ermes prima di inoltrarsi verso il palazzo. Ulisse minacciò Circe con la sua spada e le strappò la promessa, sotto giuramento, che non avrebbe fatto del male a nessuno dei suoi uomini. Durante il periodo in cui si trattenere sull’isola, dietro consiglio di Circe, Ulisse discese nell’Ade, per chiedere all’indovino Tiresia sul suo ritorno a casa. Tiresia gli disse che sarebbe tornato a casa solo, dopo uno strano viaggio, e che si sarebbe vendicato dei pretendenti che volevano sposare sua moglie. Oltre a Tiresia, Ulisse incontrò le anime di molti suoi commilitoni, uccisi sotto le mura di Troia, ed una lunga lista di nomi di gente famosa che viveva nell’Ade. Cimero ci descrive le esemplari punizioni di questa gente, incluse quelle di Sisifo, Tantalo e delle Danaidi.