L’ODISSEA – quinta e ultima parte

Ulisse, sotto gli occhi protettivi di Atena, reggendo dei rami in segno di supplica, si avvicina a Nausicaa, la figlia del re.
L’Odissea – quarta parte
Ulisse ad Itaca
Gli anni e le avventure avevano cambiato il figlio di Laerte, ma ciò che aveva perso in giovinezza, lo aveva guadagnato in esperienza e maturità. Il sostegno della dea Atena lo aveva mantenuto bello e forte, ma nessuno avrebbe potuto riconoscerlo, neanche la sua stessa moglie Penelope, che gli era rimasta fedele. Durante gli anni della sua assenza, molto era cambiato; Telemaco, suo figlio, era diventato un uomo ed era partito per chiedere notizie del padre a coloro che avevano combattuto a Troia, nella speranza che qualcuno potesse fornirgli utili notizie. Ulisse si recò prima nella capanna di Eumeo, suo devoto servitore e nel quale aveva piena fiducia. Una volta che Eumeo lo ebbe riconosciuto, Ulisse incontrò Telemaco e seppe cosa stava accadendo nella sua reggia: I pretendenti che volevano sposare Penelope e diventare quindi re di Itaca, provenivano da ogni parte dell’isola e persino da altri luoghi. Si erano istallati nella reggia, mangiando e bevendo a spese di Ulisse, dissipando i suoi averi. Penelope li aveva tenuti a bada per un lungo periodo ricorrendo ad uno stratagemma; disse che avrebbe sposato uno di loro dopo aver completato il telo che stava tessendo, sul suo telaio, per il vecchio Laerte. Penelope tesseva tutto il giorno, ma durante la notte, disfaceva ciò che aveva tessuto. Infine, i Proci, così vennero chiamati i pretendenti, si accorsero dell’inganno e otto di loro si fecero più insistenti e la regina venne forzata a prendere una decisione, quando Ulisse seppe di tutto questo, decise di dare ai Proci una lezione che non avrebbero più dimenticato. Si travestì da mendicante ed entrò nella reggia con Telemaco; nessuno lo riconobbe, tranne Argo, il suo fido cane, che non aveva fatto altro che attendere il suo padrone fin dal giorno in cui partì per Troia. Non appena vide entrare Ulisse, Argo gli si avvicinò , si stese ai suoi piedi, agitò la coda in segno di gioia, e morì.

Disegno che rappresenta la vecchia Euriclea che riconosce Ulisse, avendo visto la vecchia ferita sulla gamba, mentre Eumeo, che ha condotto Ulisse al palazzo, ora gli offre dei doni. (Da un “Skyfos” a figure rosse “Skyfos: bicchiere a due manici”, 440 a.C. ca.).
Euriclea, la fedele nutrice di Ulisse che per prima lo riconobbe. Lavando i piedi dello “straniero”, notò la vecchia cicatrice dovuta ad una ferita che il figlio di Laerte si procurò cacciando il cinghiale, quando ancora fanciullo andava a caccia con il nonno. La fedele nutrice non disse nulla al momento, ma fu la prima a dare poi la buona notizia a Penelope.
Ulisse si vendica dei pretendenti
improvvisa apparizione di questo sconosciuto mendicante, alla ricerca di cibo, spinse i Proci a una dura reazione nei suoi confronti, solo Penelope, saputo dell’arrivo dello straniero, volle parlare con lui, sperando che gli portasse notizie del marito. Ulisse non si rivelò alla moglie, ma gli disse che il marito sarebbe ritornato molto presto. Benché non fosse molto convinta, Penelope accolse ugualmente il consiglio dello sconosciuto e disse ai Pretendenti che avrebbero dovuto sfidarsi in una gara di tiro con l’arco, ed il vincitore sarebbe stato il suo sposo. La gara richiedeva molta abilità, perché si doveva piegare l’arco di Ulisse che Penelope aveva conservato e la freccia doveva colpire il centro dopo essere passata attraverso il foro di dodici asce. Uno dopo l’altro, i Proci fallirono il tentativo di piegare l’arco ed infine, il mendicante chiese il permesso di provare anche lui. Meravigliati, videro che l’uomo, piegato l’arco con estrema facilità, riusi a colpire il centro al primo tiro. Era giunto il momento di farsi riconoscere e coloro che gli erano rimasti fedeli chiusero tutte le uscite della reggia intrappolando i Proci, mentre Ulisse e Telemaco si armavano per la vendetta, che ebbe fine con l’uccisione di tutti i pretendenti. La notizia giunse negli appartamenti di Penelope che ancora non credeva al ritorno del proprio marito. Infine, Ulisse riuscì a farsi riconoscere solo rivelando alcuni segreti noti a loro due e dalla descrizione della loro stanza nuziale.

Moneta in bronzo da Itaca, 300-191 a.C. ca. Testa di Ulisse con copricapo Frigio. Collezione Lambros – Murouzi.