Pistola Luger
Pistola Luger
Durante la prima guerra mondiale l’esercito tedesco era dotato di due modelli di pistole automatiche: la Mauser modello 1912 e la Luger modello 1908, detta anche Luger P08 ( la lettera “p” sta per “Pistol”) . Alla fine del primo conflitto mondiale e dopo il seguente riarmo dell’esercito (necessario alla Germania per potersi difendere dai continui soprusi territoriali che essa continuava a subire dagli stati confinanti) la Wehrmacht continuò ad essere equipaggiata con questa pistola, che per un certo periodo venne prodotta parallelamente alla più tecnologicamente avanzata Walther P38. Gli stessi soldati d’altronde preferivano la Luger, a causa delle sue caratteristiche tecniche, della sua linea elegante e della sua storia; in realtà anche dopo la seconda guerra mondiale la costruzione di pistole Luger continuò ed ancora vengono spesso costruite versione celebrative che portano uno dei nomi più prestigiosi nella storia delle pistole automatiche. Studiamola allora più nel particolare.
La storia dell’arma non comincia in Germania, ma negli Stati Uniti d’America. Lì un tecnico della Winchester, Hugo Borchardt, brevettò nel 1893 una pistola a caricamento automatico dalle caratteristiche innovative e particolari, la C-93. Questa infatti era dotata di un particolare meccanismo: il carrello otturatore era infatti collegato ad un braccio snodato. Al momento dello sparo, la pressione del gas di scarico piegava il gomito verso l’alto, facendo arretrare il carrello. Negli Stati Uniti però l’innovativo modello non suscitò molto entusiasmo, sembrando quasi il cinematismo della pistola più un virtuosismo tecnico che un qualcosa di realmente utile in un campo di battaglia. Aveva però attirato l’attenzione di un armaiolo tedesco, Luger, il quale cominciò a studiare la pistola nel corso del 1895 apportando alcune modifiche ce portarono nel 1898 alla produzione ufficiale di una nuova arma semiautomatica.
Georg Johann Luger nacque il 6 Marzo del 1849 a Steinach am Brenner (nel Tirolo, in Austria), figlio di Bartholomaeus von Luger , un medico chirurgo. Egli cresce imparando la lingua italiana come seconda lingua madre: questo fu dovuto al fatto che il padre decise di trasferirsi con tutta la famiglia in Italia, così da potere esercitare la professione di docente universitario a Padova.Lì Georg frequenta la scuola media ed il Ginnasio ed egli può conoscere l’ambiente italiano. Nel frattempo si diploma ed i genitori decidono di mandarlo a Vienna, presso la Wiener Handelsakademie (una scuola a carattere tecnico-commerciale, l’attuale Vienna Business School).Nell’Ottobre del 1867 Luger si offre volontario come cadetto ufficiale, entrando nella riserva del settantottesimo reggimento di fanteria dell’esercito austro-ungarico. Viene promosso cadetto caporale il primo Giugno del 1868 ed ufficiale nell’Ottobre successivo. Nel frattempo però egli si fa notare per le sue abilità tecniche ed ingegneristiche, oltre che per le sue conoscenze meccaniche e la curiosità sperimentatrice, dai suoi superiori che lo indirizzano presso l’accademia militare d’armi dell’esercito austro-ungarico, presso Bruckneudorf, dove Luger dopo pochi mesi di apprendistato viene promosso ad istruttore per le nuove leve e tecnico ricercatore. In questo periodo quindi egli viene in possesso di tutti i mezzi atti allo studio delle armi e nota come il futuro, in campo bellico, sarebbe stato deciso dalle armi automatiche. Egli così si appassiona allo studio di questa tipologia d’armi (ai tempi ancora nelle sue fasi primordiali) e comincia a proporre soluzione da lui ideate, nuove ed alternative. Grazie alle sue ricerche nel 1871 Luger viene promosso Luogotenente e torna a prestare servizio militare regolarmente, come da lui richiesto per arricchire le sue nozioni teoriche con l’esperienza sul campo. Nel 1873 egli sposa Elisabeth Josefa Dufek e si trasferisce con lei a Vienna. La coppia avrà tre figli: Georg Franz Luger (nato a giugno del 1873), Julius Wilhelm Bartholomaeus Luger (nato il 16 Marzo del 1880),Friedrich Alexander Georg Luger (nato il 26 Aprile del 1884). Georg diventerà un ingengere civile e seguirà le orme del padre, lavorando con lui nello sviluppo di armi innovative. Julius invece morirà presso il fronte della Galizia come capitano dell’esercito austro-ungarico nel 1915. Nel frattempo però Luger aveva lasciato l’esercito, cercando finanziatori per le sue idee nell’alta società viennese; in particolare egli diventa socio del Jockey Club, uno dei punti d’incontro più in vista nella decadente Vienna imperiale. Nel 1875 presso questo club egli incontra Ferdinand von Mannlicher (un altro geniale costruttore d’armi) e con lui mantiene una feconda corrispondenza epistolare, nella quale i due si scambiano le loro idee circa la costruzione dei fucili automatici. Questo rapporto risveglia così l’interesse di Luger (che nel frattempo si stava imborghesendo, perdendo la vena inventiva che lo aveva caratterizzato) e così egli, insieme a von Mannlicher, disegna un nuovo fucile automatico da fanteria. Questo attira l’attenzione di una fabbrica d’armi,la Ludwig Loewe & Associati di Berlino, la quale lo assume come tecnico aziendale nel 1891. La svolta che consacra però il suo nome nella storia delle armi avviene nel 1894, quando egli viene inviato dalla sua ditta a osservare la prova sul campo della C-93, la pistola ideata da Hugo Borchardt e costruita dalla Deutsche Waffen und Munitions Fabriken (DWM, nata alla morte di Ludwig Loewe dalla precedente ditta). L’esercito americano non rimase per nulla impressionato dall’arma e la rigettò. Luger però chiese ai soldati quali fossero i motivi tecnici del rigetto, capendo che la pistola poteva essere valida, se modificata seguendo i consigli di coloro che ne rappresentavano i diretti utilizzatori. Così Luger compra il brevetto da Borchardt e cominciò lo studio e le modifiche dell’arma, che porteranno alla costruzione della Luger Parabellum pistol. Questa pistola, in terra tedesca, rappresentò un enorme successo per la DWW e porterà il nome del suo ideatore alla ribalta del mondo tecnico delle armi. Nel 1919 però la DWM cancella il contratto di lavoro di Luger, eseguendo un colpo di mano finalizzato a strappargli il patrocinio dell’arma. Egli così eseguirà un grande numero di azioni legali contro la ditta, atto a dimostrare la sua paternità sulla pistola. Luger riacquisterà i diritti su questa, ma a costo di dilapidare tutti i suoi risparmi. Egli termina così in povertà la sua vita, che non fu quella di un genio particolarmente dotato, splendente però di un unico astro tanto potente da farne risuonare il suo nome anche moltissimi anni dopo la sua morte, avvenuta a Fichtenau (nei pressi di Berlino)il 22 Dicembre del 1923.
Le modifiche che Luger apportò alla C-93 cambiarono notevolmente la fisionomia della pistola: egli infatti ridusse le proporzioni (fin troppo ingombranti), modificò la linea del calcio, cambiò le molle dei cinematismi (inserendone di più rigide),cambiò la linea della pistola (rendendola più maneggevole e esteticamente gradevole) e la dotò di una nuova cartuccia, la 7,65 mm con bossolo a bottiglia e carica in polvere rinforzata. Nel 1900 venne così presentata la Ordinanzpistole 00 (pistola d’ordinanza 1900), con la denominazione “parabellum”: questa non indica tanto il tipo di cartuccia, ma si riaggancia al celebre motto latino “si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra). Fu una tra le primissime pistole semi-automatiche realizzate. Il suo meccanismo di ricarica è molto particolare, tanto da essere stato imitato da molti (ma mai padroneggiato). Come è stato scritto prima il carrello otturatore risulta imperniato su di un meccanismo a ginocchio: quando la cartuccia viene esplosa,il gas spinge indietro il carrello; questo quando giunge alla fine della corsa presenta uno scomparto interno che permette alla leva a ginocchio di continuare a basculare (si crea un vero e proprio braccio), aprendo così il vano d’espulsione del bossolo; appena questo è espulso una molla spinge la cartuccia nuova in carica, provvedendo inoltre al caricamento del percussore, mentre nel frattempo il carrello ritorna in posizione ed il ginocchio si distende, scomparendo: tutto questo accade in pochissimi decimi di secondo. Questo particolarissimo meccanismo risulta piuttosto stabile ed esente da impuntamenti, ma per risultare tanto performante pretende l’utilizzo di una cartuccia caricata ad alta concentrazione di polvere da sparo: quelle più deboli (a bassa pressione) infatti non generano un rinculo sufficiente per azionare il meccanismo, la qual cosa può causare ovvi problemi di inceppamento. Questo rappresenta il motivo per il quale Luger dovette equipaggiare la pistola con cartucce “rinforzate”. In seguito questa subì alcune modifiche, l’unica sostanziale costituita dal cambio di cartuccia, la 9 mm (sempre rinforzata): nel 1908 comincia così la produzione della nuova pistola ricamerata, che prenderà il nome di Luger P08. Questa come era uso al tempo venne costruita in due versioni: una dotata di canna da 10 cm e mire fisse (adatta alle forze di polizia comuni) ed un’altra dotata di canna da 15 cm , alzo regolabile da 100 a 200 m ed attacco per calciolo che la rendeva utilizzabile come una piccola carabina (questo modello era specifico per i corpi militari). In seguito ne vennero prodotti altri modelli (lo scrivente ricorda il modello 1914 con canna lunga 10 cm, 15 cm o 20 cm) ed oggi se ne contano circa trenta diverse versioni, ma la fortuna della pistola resta legata al modello P08.
Questa pistola risulta inoltre legata al progetto “Reihenfeuerpistolen” : durante la prima guerra mondiale infatti lo stato maggiore tedesco si rese conto dell’importanza delle mitragliatrici durante gli scontri a fuoco, specie nella battaglie in trincea; vennero condotti così degli esperimenti atti a trasformare le pistole automatiche in dotazione alla fanteria in piccole mitragliatrici. L’idea in realtà era piuttosto peregrina, ma dai registri dell’epoca risulta che l’unica pistola a risultare performante fosse la Mauser C96, mentre la Luger P08 venne scartata a causa dello smodato volume di fuoco, che rendeva la mira poco stabile e lo sciupio di munizioni eccesivo.
Il primo modello ad entrare in servizio fu quello munizionato con cartuccia da 7,65 mm, adottato nel 1900 dall’esercito svizzero. Il modello del 1904 (il primo munizionato con cartuccia da 9 mm) fu immediatamente adottato dalla marina militare tedesca. Il modello P08 venne invece adottato dall’esercito imperiale tedesco come arma d’ordinanza immediatamente dopo la sua presentazione, prestando servizio ufficiale sino al 1938 (anno in cui venne sostituito dalla Walther P38), ma continuò ad essere presente fuori dalle dotazioni di base, vista la sua alta richiesta: i soldati in particolare ne apprezzavano la storia (legata ai fasti del Secondo Reich),la meccanica di tiro (assolutamente unica la mondo) e la linea elegante, ottimo esempio di disegno industriale. In particolare durante la Seconda guerra mondiale la pistola venne prodotta dalla Mauser Werke di Oberndorf (un altro storico colosso bellico tedesco), che fornì al rinnovato esercito tedesco ben 400000 esemplari del modello del 1914 con canna da 10 cm . La Luger comunque venne utilizzata da svariati eserciti un po’ in tutto il mondo (Bolivia, Finlandia, Iran, Brasile,..), oltre che dalle stesse forze alleate che non mancavano di rastrellare armi dai campi di battaglia o di rubarle ai soldati fatti prigionieri.
Vediamo quindi le caratteristiche tecniche della P08, dallo scrivente ritenute esemplari per tutti i modelli successivi): pesava 880 g da scarica (940 g caricata) ed aveva un caricatore rimuovibile da 8 colpi (anche se in alcune si cercò di adattare un caricatore a tamburo da 32 colpi, con scarso successo). La pistola era lunga 222 mm (il modello con canna da 102 mm) ed era caratterizzata da un meccanismo a rinculo corto e chiusura a ginocchiello. La cadenza di tiro era di circa 20 colpi al minuto, con velocità alla bocca di 400 m/s, per un tiro utile di 70 m circa. E’ degno di nota poi il prezzo di produzione del singolo modello, davvero irrisorio: 32 Reichsmarch (circa 13 Dollari).
Alcuni modelli celebrativi della Luger Pistol sono ancora oggi in produzione, ma c’è da dire che si tratta di pistole prodotte in Texas da un’ industria che ha recentemente comprato il marchio “Luger”. La qualità è quindi secondo lo scrivente molto differente da quelle originali prodotte in Germania. I modelli d’antiquariato sono invece ricercatissimi dagli appassionati d’armi e dai collezionisti del settore, ma i costi delle Luger risultano tra i più alti della categoria: un esemplare funzionante è stato battuto all’asta per la cifra di 18000 dollari!
Ultima curiosità finale, si nota la presenza della Luger P08 nel rifacimento del noto film “King Kong”, girato qualche anno fa dal regista Peter Jackson.
Pasquale Piraino