La magia nel mondo nordico – terza parte

La magia nel mondo nordico – prima parte

La magia nel mondo nordico – seconda parte

La bacchetta magica

Oggetto magico per eccellenza che racchiude le forze vive della natura, la bacchetta è strumento indispensabile dell’indovina, che in antico nordico è detta fra l’altro völva, cioè «[colei che è provvista di] una bacchetta (völr m.)». Essa è collegata alla simbologia del ramo con cui è fatta poiché nei rami, specie in quelli più giovani, scorre la linfa vitale della terra. Nel Dialogo di Skírnir questa connessione viene chiaramente evidenziata: «nel bosco andai e nell’umida foresta, / a prendere la bacchetta magica, / la bacchetta magica presi»; così anche nel Dialogo di Álviss dove si dice che i Vani danno al bosco il nome di «bacchetta» (vöndr m.) poiché evidentemente ne traggono le verghe magiche. Gambanteinn (m.), che dovrebbe significare «ramo [dotato di] potenza magica», è altresì strumento di Hàrbarðr ( = Odino) che lo ha ricevuto dal gigante Hlébarðr.

La bacchetta magica è uno strumento divinatorio. Già Tacito riferiva l’uso dei Germani di predire il futuro usando bastoncini sui quali venivano incisi segni particolari. In antico nordico il termine stafr m. «bastone» indica altresì i rametti usati a scopo divinatorio (esso passa, poi a significare «lettera dell’alfabeto» per il fatto che su di essi venivano incise le rune). Le bacchette per i responsi, che talora venivano bagnate nel sangue sacrificale e usate per aspergere, sono denominate hlautteinar (sing. hlautteinn m.) «rami della sorte» (così anche hlautviðr m); blótspánn m. «bacchetta del sacrificio», o semplicemente teinar (sing. teinn m.) «ramoscelli». Nella Predizione dell’indovina si parla della «verga della profezia» (spágandr m.). A testimoniare l’importanza attribuita a tale oggetto, la Saga dei valligiani di  Vatnsdalr cita la bacchetta magica chiamata Högnuðr «[quella che] determina il successo [dell’azione]», mediante la quale una maga consente a un tale Porkell di rallentare un procedimento penale toccando tre volte il suo avversario. Connesse alla simbologia della bacchetta magica paiono anche talune kenningar per «spada» quali unda teinn «ramo delle ferite»; sárteinn di uguale significato; valteinn «ramo dei caduti in battaglia». In particolare va qui citata la spada Laevateinn «ramo di male» forgiata da Loptr ( = Loki) con le rune, oltre i cancelli del regno dei morti. Essa, la sola che possa abbattere il gallo splendente che sta sull’albero cosmico, è una bacchetta magica di simbologia nefasta, al servizio delle forze del male. In tal senso va inteso anche il rametto di vischio (che ha nome mistilteinn m.) con il quale, per istigazione di Loki, viene ucciso Baldr, dio della luce.

Un legame fra la bacchetta magica e il fallo è forse stabilito nel termine tardo göndull m., che significa tanto «bacchetta magica» quanto «membro virile»; così come in völr «bastone», «bacchetta della völva (indovina)», termine che pare legato a Völsi, nome di un fallo di cui è testimoniato il culto.

Share

Comments are closed.