Letteratura vedica
La fede nella sacralità dei Veda sarà per sempre segno distintivo dell’appartenenza alla comunità hindu.
Letteratura vedica
I Veda, la sacra “Sapienza” degli antichi Arya, consistono in una serie di testi che vennero elaborati in un lungo arco di tempo, forse dal XV al V secolo a.C. Essi furono tramandati nelle cerchie sacerdotali solo in forma orale, ed è impossibile precisare la data sia della loro codificazione definitiva, sia della loro redazione scritta. Secondo la visione ortodossa, essi sono “non umani” (apaurusheya): esistenti dall’eternità, mitici veggenti, i cosiddetti rishi, li avrebbero “uditi” e trasmessi agli uomini. Costituiscono perciò la shruti, alla lettera l'”udizione”, cioè in sostanza quello che l’induismo considera la Rivelazione. La parte più antica è costituita dalle quattro Samhita, “Raccolte”; il termine Veda è a volte applicato per eccellenza solo a queste. Le prime tre, considerate le più nobili, costituiscono la “triplice scienza” (trayi vidya) sacerdotale: esse sono il Rigveda (“Veda delle strofe”), il Samaveda (“Veda dei canti”) e lo Yajurveda (“Veda delle formule”). Si tratta di un repertorio di inni e versetti che, recitati da diversi sacerdoti, accompagnavano i sacrifici agli dei, massima espressione della religiosità vedica. La quarta “Raccolta”, l’Atbarvaveda (“Veda dei sacerdoti Atharvan”), è un repertorio di incantesimi di magia bianca e nera. A queste opere le varie scuole sacerdotali aggiunsero altre categorie di testi, in una concatenazione cronologica e ideale: i Brahmana (“Testi dei sacerdoti” o “del brahman”), commenti al sacrificio, gli Aranyaka (“Testi della foresta”) e infine le Upanishad (grosso modo “Dottrine esoteriche”).
Approfondimenti
Figura pionieristica e di importanza fondamentale per lo studio filologico della letteratura vedica e della religiosità che vi si trova espressa fu il tedesco Friedrich Max Müller (1823-1900), che insegnò a lungo nell’Università di Oxford. Il suo nome è fra l’altro legato alla direzione della collana dei Sacred Books of the East, una cinquantina di volumi di traduzioni di testi sacri orientali, in larga misura indiani.