Le Moire
Le Moire
a) Tre sono le Moire, di bianco vestite, che Erebo generò dalla Notte, e rispondono ai nomi di Cloto, Lachesi e Atropo. Atropo è la più piccola di statura delle tre, ma la più terribile.
b) Zeus, che pesa sulla bilancia le vite degli uomini e informa le Moire delle sue decisioni, può, si dice, cambiar parere e intervenire in favore di chi vuole, anche se il filo della vita di costui, filato dal fuso di Cloto e misurato da Lachesi, sta per essere reciso dalle forbici di Atropo. Anzi, gli uomini sostengono addirittura di poter salvarsi, entro certi limiti, modificando il proprio destino grazie alla prudenza nell’evitare inutili rischi. Gli dèi più giovani dunque si ridono delle Moire e alcuni dicono che Apollo un giorno riuscì a ubriacarle con un raggiro per salvare la vita del suo amico Admeto.
c) Altre ritengono invece che Zeus stesso debba sottostare alle Moire, come la sacerdotessa pitica affermò una volta in un oracolo; le Moire infatti non sono figlie di Zeus, ma nacquero per partenogenesi della Grande Dea Necessità, con la quale gli dèi non osano contendere, e che è chiamata «La Possente Moira».
d) A Delfi si onorano soltanto due Moire, quelle della Nascita e della Morte; e ad Atene, Afrodite Urania è detta essere la maggiore delle tre.
1) Questo mito pare sia nato dall’abitudine di intessere le insegne della famiglia e della tribù sulle fasce del bimbo neonato, che entrava così di diritto a far parte della società; ma le Moire, o Parche, sono la triplice dea Luna, ed ecco il perché delle vesti bianche e della benda di lino che è sacra alla dea in qualità di Iside. Cloto è la «filatrice», Lachesi la «misuratrice» e Atropo «colei che non si può evitare». Moira significa «fase» e la luna appunto ha tre fasi e tre persone: la luna nuova, cioè la dea-vergine della primavera, il primo periodo dell’anno; la luna piena, la dea-ninfa dell’estate, il secondo periodo dell’anno; e la luna calante, la dea-vegliarda dell’autunno, l’ultimo periodo dell’anno.
2) Zeus si autonominava «Signore delle Moire», quando si assumeva la prerogativa di misurare la vita dell’uomo; ecco forse perché a Delfi non si menzionava Lachesi, «la misuratrice». Quanto all’ipotesi che Zeus fosse anche il padre delle Moire, né Eschilo né Erodoto né Platone la presero in considerazione.
3) Gli Ateniesi chiamavano Afrodite Urania «la maggiore delle Moire», poiché essa era la dea-ninfa cui il re sacro era stato sacrificato, nei tempi antichi, durante il solstizio d’estate. Urania significa «regina delle montagne».