Carattere e imprese di Apollo [seconda e ultima parte]
h) Apollo vinse poi una seconda gara musicale, cui presiedette il re Mida, e questa volta sconfisse Pan. Divenuto così ufficialmente il dio della musica, suonò sempre la sua lira dalle sette corde durante i banchetti degli dèi. Altro suo compito fu quello di sorvegliare le greggi e le mandrie che gli olimpi possedevano nella Pieria; ma in seguito delegò questo incarico a Ermete.
i) Pur rifiutando di legarsi in matrimonio, Apollo ha generato molti figli in Ninfe o in donne mortali; tra costoro ricordiamo Ftia, che diede alla luce Doro e i suoi fratelli; e Talia la Musa, madre di Coribante; e Coronide, madre di Asclepio; e Aria, madre di Mileto; e Cirene, madre di Aristeo.
j) Apollo sedusse anche la ninfa Driope che custodiva le §reggi di suo padre sul monte Età in compagnia delle sue amiche, le Amadriadi. Apollo si tramutò in tartaruga e tutte e temile si dilettarono con quell’animaletto: ma non appena Driope se lo pose in grembo, Apollo si trasformò in serpente e sibilando mise in fuga le Amadriadi, per poi godere della Ninfa. Driope gli generò Anfisso, che fondò la a di Età ed eresse un tempio in onore di suo padre; colà Driope servì come sacerdotessa finché un giorno le Amadriadi la rapirono e lasciarono un pioppo al suo posto.
k) Non sempre il successo arrideva ad Apollo nelle imprese d’amore. Un giorno cercò di sottrarre Marpessa a Ida, ma essa rimase fedele a suo marito. Un altro giorno inseguì Dafne, la Ninfa dei monti, sacerdotessa della Madre Terra e figlia del fiume Peneo di Tessaglia; ma quando l’ebbe raggiunta, Dafne invocò la Madre Terra che in un baleno la trasportò in Creta, dove essa divenne Pasifae. La Madre Terra fece poi crescere un lauro là dove si trovava Dafne, e Apollo intrecciò una corona con le sue foglie per consolarsi.
l) Bisogna aggiungere che il tentativo di usare violenza a Dafne non fu fatto di impulso; da molto tempo Apollo l’amava e aveva artatamente provocato la morte del suo rivale Leucippo, figlio di Enomao, che si era travestito da fanciulla per unirsi a Dafne sulle pendici del monte. Apollo, scoperto l’inganno grazie all’arte divinatoria, consigliò le Ninfe montane di bagnarsi nude per accertarsi che il loro gruppo fosse composto di sole donne: l’inganno di Leucippo fu così scoperto, e le Ninfe lo fecero a pezzi.
m) Vi fu poi l’episodio del bel giovane Giacinto, un principe spartano, di cui si innamorarono non soltanto Tamiri (il primo uomo che concupì un individuo del suo sesso) ma anche Apollo, il primo dio che fece altrettanto. Per Apollo, Tamiri non fu un rivale pericoloso; saputo infatti che egli si vantava di superare le Muse nel canto, Apollo riferì tali parole alle Muse stesse, che subito privarono Tamiri della vista, della voce e della memoria. Ma anche il Vento dell’Ovest si era invaghito di Giacinto e divenne pazzamente geloso di Apollo; questi stava un giorno insegnando al fanciullo come si lancia un disco, quando il Vento dell’Ovest fermò il disco a mezz’aria e lo mandò a sbattere contro il cranio di Giacinto, uccidendolo. Dal suo sangue nacque il fiore del giacinto, su cui si vedono le lettere iniziali del suo nome.
n) Apollo attirò su di sé la collera di Zeus soltanto una volta, dopo il famoso complotto organizzato dagli dèi per detronizzarlo. Ciò accadde quando il figlio del dio, Asclepio il medico, ebbe l’ardire di risuscitare un uomo morto, privando così Ade di un suddito; Ade naturalmente se ne lagnò in Olimpo; Zeus uccise Asclepio con una folgore e Apollo per vendicarsi uccise i Ciclopi. Zeus, furibondo al vedere sterminata la sua guardia del corpo, avrebbe esiliato per sempre Apollo nel Tartaro se Latona non ne avesse implorato il perdono, assicurandogli che da quel giorno in poi Apollo si sarebbe emendato. La sentenza fu ridotta a un anno di lavori forzati che Apollo scontò pascolando le greggi di re Admeto di Fere. Obbedendo ai consigli di Latona, il dio non soltanto accettò umilmente il verdetto, ma colmò Admeto di favori.
o) Ammaestrato dall’esperienza, Apollo in seguito predicò la moderazione in ogni cosa: le frasi: «Conosci te stesso» e «Nulla in eccesso» erano sempre sulle sue labbra. Indusse le Muse ad abbandonare la loro sede sul monte Elicona per trasferirsi a Delfi, domò la loro furia selvaggia e insegnò loro a intrecciare danze decorose e garbate.