Freyja
Freyja
Appartenente alla stirpe dei Vani, fu assunta con pari dignità fra gli Asi ai quali per prima insegnò la magia. Freyja è figlia di Njörðr, sorella di Freyr, moglie di Óðr, madre di due fanciulle, Hnoss e Gersimi. La sua dimora si chiama Fólkvangr (o Folkvangr o Fólkvangar) «campo del popolo» o «campo di battaglia». Là ella sceglie ogni giorno la metà dei caduti in battaglia (che l’altra metà spetta a Odino). Alla connessione con la battaglia è dovuto, verosimilmente, il fatto che ella possiede un travestimento da falco. La sua sala è detta Sessrúmnir «spazio per i sedili» (con allusione a una nave?). Il suo nome significa «signora». Ma Freyja ha molti appellativi. È detta Vanadís e Vanagoð «dea dei Vani»; Vanabrúðr «sposa dei Vani»; Mardöll «splendore del mare» o «[colei che fa] gonfiare il mare» (?); Hörn (o Hørn) forse «[dea del] lino», probabilmente una divinità distinta – come mostrerebbe il toponimo Härnevi in Svezia – venuta poi confondendosi con Freyja; Gefn «donatrice»; Sýr «scrofa»; Skjálf (o Skjölf), forse «buccia della frutta», «involucro» (Skjálf è altrove la figlia di un re che uccide il marito impiccandolo con una collana d’oro: un’allusione al monile Brísingamen posseduto da Freyja?); Þrungva «stretta» (?).
Il culto di Freyja, che è senza dubbio una delle divinità supreme del Nord, è testimoniato da numerosi toponimi che alludono a luoghi in cui ella era venerata (a esempio Frøiland e Frøihov in Norvegia; Frølund(e) in Danimarca; Frölunda, Frötuna, Frövi in Svezia). Anche una strofa nel Canto di Hyndla allude ad altari e templi innalzati per la dea.
La sua funzione è senza alcun dubbio quella della fecondità. Non solo ella proviene dalla stirpe dei Vani, che di questa sfera sono i tipici rappresentanti, ma è anche detta dea dell’amore, della fertilità e della lussuria (vedi soprattutto l’episodio in cui Loki l’accusa di aver giaciuto con tutti gli dèi e persino con il suo stesso fratello). Per questo è connessa ad animali prolifici o sensuali come le capre, il cinghiale, le cagne. Ma i suoi animali sono soprattutto i gatti: ella infatti possiede un carro trainato da due di essi. La sua connessione con i gatti è dovuta anche alla qualità magica di questi animali, poiché Freyja è maestra di magia, arte cui sono legate anche pratiche oscene.
Significato di oggetto magico legato alla fecondità ha anche il suo prezioso monile detto Brísingamen (collana o cintura che sia), di cui le forze del male tentano di impadronirsi. Freyja stessa è preda ambita dai giganti, demoni dell’oscurità e del caos, dei quali pare un tempo essere stata prigioniera.
La sua qualità di dea della fecondità è sottolineata anche là dove si dice che ella piangeva lacrime d’oro allorché andava in giro per il mondo alla ricerca del marito Óðr.