Snotra – Njörun – Þorgerðr Hölgabrúðr

Snotra

«Assennata» o «elegante»; è una divinità femminile degli Asi. Di lei Snorri dice che è saggia e di nobile tratto. Dal suo nome, secondo lo stesso autore, deriva l’aggettivo snotr «assennato».

Njörun

Dea della quale si conosce praticamente solo il nome, che si trova nelle kenningar, specie per «oro», dove parrebbe avere la medesima funzione di Jörð, la dea terra. Ciò sarebbe confermato dall’interpretazione del nome che la avvicina a Njörðr, dio della fecondità, a sua volta linguisticamente identico a Nerthus, della quale Tacito propone la interpretatio romana di Terra mater. Nelle Þulur Njörun è elencata fra le dee, ma forse anche fra le gigantesse.

Þorgerðr H?lgabrúðr affronta la flotta Jomsvikings

Þorgerðr H?lgabrúðr affronta la flotta Jomsvikings

Þorgerðr Hölgabrúðr

È una divinità femminile di secondo piano citata in diverse fonti. A lei era dedicato, nella regione norvegese di Gudbrandsdalen, un tempio in cui veniva adorata insieme a un’altra dea di nome Irpa. Il nome indica che era la sposa (brúðr f.) di Hölgi, mitico personaggio a cui la tradizione faceva risalire il nome della regione norvegese di Hálogaland: in Snorri tuttavia è detta sua figlia; ivi si precisa anche che a lei e al padre venivano offerti sacrifici. Altrove si dice che lo jarl Hákon le sacrificò il figlioletto di sette anni per avere la vittoria contro gli Jómsvichinghi. Ella appare piuttosto un demone che una dea: non solo infatti provocò una tempesta di grandine contro gli Jómsvichinghi, ma fu vista anche sulla nave dello jarl insieme a Irpa: dalle loro dita volavano frecce. Con Irpa inoltre aiutò lo jarl in un’azione di magia nera: infatti intagliarono una figura di legno e la dotarono di un cuore umano; questo essere, reso potente con la magia, si recò in Islanda dove uccise Þorleifr, nemico dello jarl, poi sprofondò nella terra. Anche le fonti paiono indicarne la natura di demone: infatti il suo nome appare talvolta come hölgatröll (o hörgatröll), dove tröll n. significa «mostro», «essere malvagio» (è parola che nella tradizione tarda indica anche i giganti). In una saga è detto che ella partecipò a un’assemblea di giganti. Una fonte inoltre fa menzione di un suo fratello chiamato Sóti, il cui nome, che vale probabilmente «[nero come la] fuliggine», lo indicherebbe come gigante.

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