Eroi
Eroi
Nel mondo degli uomini, gli eroi sono coloro che per disegno imperscrutabile del fato sono destinati a farsi simili agli dèi. Sono dunque figure di mediatori tra le forze terrene e quelle divine che in loro sono contemporaneamente presenti; rappresentano inoltre l’incarnazione del processo di evoluzione spirituale. Segno dell’«elezione» sono le loro qualità straordinarie. Sigurðr, il più celebre fra tutti, è detto capace di intendere il linguaggio degli uccelli e proviene da una stirpe i cui componenti sono insensibili al veleno. Un altro eroe famoso, Starkaðr – Starcatherus in Saxo -, discendente dei giganti, era di dimensioni eccezionali, destinato a vivere tre misure di vita umana e dotato, secondo il mito, di molte braccia. Dell’eroe Helgi è ricordato che dopo la morte resuscitò per ben due volte a nuova vita.
Segno della predilezione del destino è per gli eroi anche la discendenza da esseri sovrannaturali o da dèi: Sigurðr vanta tra i suoi antenati Odino, Starkaðr proviene da una stirpe di giganti. Nel Canto di Hyndla sono elencati gli antenati dell’eroe Óttarr, prediletto dalla dea Freyja, appartenenti alle stirpi più famose di origine celeste.
Per questa ragione l’intervento del sovrannaturale è motivo ricorrente nella vita degli eroi, che si tratti di un apparente «caso» (in cui è però rivelata l’esistenza di un preciso disegno del destino) oppure della manifestazione vera e propria della divinità.
Poiché la vita degli eroi ha il significato fondamentale di un’esperienza iniziatica, è indispensabile al loro fianco la presenza di esseri sovrannaturali che sappiano trasmettere i segreti del cosmo: i nani-fabbri, le valchirie, i giganti o gli esseri dotati di poteri magici.
Gli eroi sono legati a un destino talvolta crudele, cui tuttavia non possono sfuggire; nella loro vicenda è altresì spesso sottolineata la funzione di «prìncipi della luce», allorché tutta una simbologia sottolinea la loro natura di nemici delle forze dell’oscurità.
Ma gli eroi sono talvolta destinati, loro malgrado, anche a incarnare forze negative, o meglio a essere lo strumento involontario del sacrificio di altri eroi.
A metà fra la condizione umana e quella divina, e comunque soggetti al fato al pari e forse più degli uomini e degli dèi, essi concentrano e ripropongono nella propria persona le qualità divine, ma soprattutto sono direttamente partecipi dell’eterno conflitto tra le forze della luce e quelle dell’oscurità.