Cannone PAK e Cannone FLAK 88 mm

Cannone PAK e Cannone FLAK 88 mm

Nel corso del 1930, causa lo sviluppo di mezzi militari aerei e terrestri sempre più potenti e performanti, l’indirizzo di sviluppo tecnico degli arsenali militari prevedeva la costruzione di sistemi d’artiglieria antiaerea ed anticarro che fossero relativamente leggeri, facilmente trasportabili e dotati di grande capacità di penetrazione. In terra tedesca, il primo modello ideato fu il cannone PAK 36, sparante proiettili da 37 mm, ideato dall’industria Rheinmetall. Dimensioni e peso non erano eccessive (canna lunga 1665 mm ed una massa totale pari a soli 450 kg) e prove tecniche dimostrarono come riuscisse a forare, da una distanza massima di 100 m , una barriera d’acciaio spessa 65 mm, grazie alla grande potenza di fuoco: poteva infatti sparare quasi contemporaneamente 2 proiettili espellondoli alla velocità di 760 e 1020 m/s.

FLAK 88 mm in azioneQuesto cannone venne sperimentato sul campo durante la guerra civile spagnola e diede buoni risultati, ma intorno al 1940, causa il palese aumento di spessore della corazza dei carri armati, nonostante si fosse deciso di equipaggiare il PAK con un proiettile altamente perforante (l’AP 40, dotato di un nucleo in tungsteno) , ci si accorse come questo cannone, in fin dei conti, fosse un’arma del tutto superata e da ritenersi obsoleta (dopo soli 4 anni di servizio, sintomo che anche la possente macchina bellica tedesca non fosse per nulla esente da errori di pianificazione). I tedeschi pensarono di potere utilizzare i PAK 36 (che affollavano i loro arsenali) dotandoli di un proiettile cavo, ripieno di carica esplosiva, capace di esplodere all’impatto con l’oggetto, ma questo tipo di “bomba” aveva una gittata davvero ridicola e così il PAK venne definitivamente accantonato.

Nel frattempo però la macchina militare tedesca non si era fatta cogliere impreparata e così già nel 1941 aveva iniziato la costruzione di un nuovo cannone anticarro, il PAK 38, dotato di un proiettile da 50 mm che era in grado di sfondare una corazza da 120 mm da 100 m di distanza e di forare 40 mm d’acciaio da 1 km di distanza. Infine, la serie PAK venne completata da una versione potenziata del PAK 38, praticamente lo stesso cannone modificato così da potere sparare un proiettile da 75 mm. Questo cannone fu una buona arma e grazie alle sue caratteristiche balistiche (ottime, ma non eccezionali) fu uno dei mezzi anticarro più diffusi durante tutta la seconda guerra mondiale.

L’eccellenza dell’artiglieria pesante venne però raggiunta dalla Germania nazionalsocialista mediante un altro cannone antiaereo, convertito in maniera a dir poco brillante in anticarro, il FLAK da 88 mm.

FLAK 88 mm

FLAK 88 mm

La genesi di questa splendida arma è piuttosto antica e non poco controversa. Durante il finire della prima guerra mondiale vennero eseguiti i primi progetti relativi ad un potente cannone antiaereo, capace di sparare proiettili tanto pesanti da abbattere qualsiasi aviomezzo in volo, giungendo sino alla realizzazione dei primi prototipi. Questo mirabile cannone funzionava grazie ad un meccanismo assolutamente nuovo nel panorama mondiale e brevettato dalle industrie Krupp sin dal 1909: si tratta in particolare dell’ideazione di una canna con anima canonica. Quest’idea, per quanto semplice e solo apparentemente banale, consisteva nel dotare la canna, esternamente regolare, di un foro interno che andava restringendosi nella direzione della bocca. L’effetto che si otteneva era quello di deformare il proiettile, che si restringeva e veniva in qualche modo “compresso”, cosicché alla fine usciva dalla bocca con una velocità elevatissima e sorprendente, del tutto irraggiungibile con qualsiasi altro cannone di pari calibro e peso. La guerra però giungeva verso la sua fine e così, a causa di quel putrido pezzo di carte che fu il trattato di Versailles, la Krupp dovete interrompere le sperimentazioni e la produzione del cannone antiaereo FLAK. Questo almeno apparentemente.

A dispetto del pensiero comune infatti la dote della furbizia non manca per nulla al popolo tedesco, così la Krupp decise di continuare la sperimentazione nella vicina Svezia, del tutto esente dalle clausole del trattato, collaborando con la locale Bofors. Nel frattempo, grazie al suo cancelliere, nel 1933 la Germania impugna e denuncia il trattato di Versailles, dichiarandolo nullo. Fu in quel momento che il Bofors svedese da 75 mm tolse la maschera e, dopo essere stato potenziato, divenne noto come il FLAK 88 mm.

Il primo FLAK prese il nome di mod. 1918, dato che le caratteristiche del cannone, eccezion fatta per il calibro, erano pressoché uguali a quelle dell’arma studiata sul finire del primo conflitto mondiale. Il FLAK fece la sua prima comparsa sui campi spagnoli (vera e propria palestra degli armamenti germanici), dove utilizzato dalla legione tedesca Condor abbatté svariati mezzi aerei, sino a quando si pensò di utilizzarlo come mezzo anticarro: per quanto pesante e poco trasportabile, il successo della conversione del FLAK fu clamoroso. Schiacciava qualsiasi automezzo come un gigante una formica.

Avendo sin da subito capito che il FLAK 88 mm rappresentava un’arma assolutamente vincente, la Luftwaffe non mancò di rifornirsi di un grande numero di questi cannoni, scoprendone pian piano alcuni difetti che, eliminati, porteranno alla creazione del FLAK mod. 1936, che a differenza del modello precedente era dotato di una canna formata da varie sezione staccabili e sostituibili separatamente. Mentre il modello ’18, dopo un certo numero di ore di utilizzo, necessitava la sostituzione di tutta la canna (costituita in un pezzo unico), il modello ’36 permetteva la sostituzione graduale di ogni pezzo, con notevole semplificazione delle operazioni di manutenzione. Infine venne presentato il FLAK modello 1937, differente dai precedenti modelli solo perché fornito di un migliore sistemi di puntamento e di trasmissione dei dati. In ogni caso, le caratteristiche balistiche delle 3 versioni del FLAK sono tutte uguali tra loro, tanto che spesso i pezzi dei modelli erano intercambiabili.

Cannone PAK

Cannone PAK

Ogni FLAK, per funzionare, era servito da 6 uomini e veniva trasportato per mezzo di un traino a ruote. La sua peculiarità era costituita dal fatto che, grazie all’enorme potenza di fuoco, poteva colpire i mezzi corazzati nemici prima ancora che essi potessero rispondere al fuoco con i loro armamenti: d’altronde, il mezzo era inizialmente nato per coprire le distanze nei cieli, ma la sua estrema versatilità gli permise di sfruttare la grande distanza di tiro a proprio vantaggio anche sul terreno. Il FLAK era lungo 7,5 m, pesava ben 5 tonnellate e sparava 8 proiettili da 88 mm in 1 minuto, espellendoli ad 820 m/s sino ad un’altezza massima di 8000 m.

Il FLAK 88 mm è un’arma ampiamente presente in quasi tutti i campi di battaglia della seconda guerra mondiale, ma le sue eccezionali capacità offensive entrarono nella storia degli armamenti grazie alle campagne svolte nelle grandi distese desertiche dell’Africa settentrionale, dove le sue qualità vennero esaltate dalle condizioni geografiche.

Pasquale Piraino

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