Erigone
Erigone
a) Benché Eneo fosse il primo mortale cui Dioniso donò una pianta di vite, Icario lo precedette nell’arte di fare il vino. Egli offrì una giara del suo prodotto a un gruppo di pastori nei boschi di Maratona presso il monte Pentelico, e codesti pastori, trascurando di tagliare il vino con l’acqua, come Enopione più tardi consigliò di fare, divennero tanto ubriachi da vedere tutto doppio, si credettero vittime di un sortilegio e uccisero Icario. Il cane di Icario, Mera, osservò i pastori mentre seppellivano il corpo sotto un pino e in seguito guidò la figlia di Icario, Erigone, fino alla tomba, tirandola per un lembo della veste e scavando il terreno con le zampe. Disperata, Erigone si impiccò ai rami del pino pregando perché le figlie di Atene subissero il suo stesso destino finché Icario non fosse stato vendicato. Soltanto gli dèi lo udirono, e i pastori fuggirono oltremare, ma ben presto molte fanciulle ateniesi furono trovate impiccate ai rami dei pini e l’oracolo delfico spiegò che era stata Erigone a esigere le loro vite. I pastori colpevoli furono subito ritrovati e impiccati e si istituì la festa della vendemmia, durante la quale si versano libagioni a Icario e a Erigone e le fanciulle si dondolano su corde appese ai rami degli alberi, appoggiando i piedi su un’assicella: ecco come fu inventata l’altalena. Ai rami vengono pure appese delle maschere che girano su se stesse al minimo soffio di vento.
b) L’immagine di Mera, la cagna, fu posta nel cielo e divenne la costellazione dell’Orsa Minore; altri, tuttavia, identificano Icario con Boote ed Erigone con la costellazione della Vergine.
Approfondimenti
1) Mera fu il nome dato alla moglie di Priamo Ecabe o Ecuba, dopo che si fu trasformata in cagna e poiché Ecuba era in realtà Ecate, la tricipite dea della morte, le libagioni versate a Erigone e a Icario erano probabilmente destinate a lei. La vallata in cui si svolgeva la cerimonia è ora chiamata Dioniso. Il pino di Erigone deve essere stato l’albero sotto il quale il frigio Attis fu castrato e mori dissanguato (Ovidio, Fasti IV 221 e sgg.; commento di Servio a Virgilio, Eneide IX 116) e la spiegazione del mito pare sia questa: quando l’Orsa Minore era in ascesa, i pastori di Maratona sacrificavano uno dei loro come vittima annuale alla dea chiamata Erigone.
2) Icario significa «dal mare icario», vale a dire dalle Cicladi, via attraverso la quale il culto di Attis giunse in Attica. In seguito, a questo culto si sovrappose il culto di Dioniso e la storia del suicidio delle fanciulle ateniesi può essere stata narrata per spiegare l’usanza di appendere ai pini, nel mezzo di un vigneto, delle maschere di Dioniso che giravano su se stesse a ogni soffio di vento e avrebbero dovuto fertilizzare tutti i punti del vigneto verso i quali si volgevano. Dioniso era di solito rappresentato come un giovane effeminato dai capelli lunghi e la sua maschera poteva essere scambiata per quella di una donna. È anche probabile che in tempi più antichi si appendessero agli alberi da frutto bamboline che rappresentavano la dea della fertilità Arianna o Elena. L’altalenare delle fanciulle durante la festa della vendemmia ebbe forse in origine un carattere magico e l’arco di cerchio tracciato nell’aria dall’altalena oscillante rappresentava il sorgere e il tramontare della luna. Questa usanza può essere stata introdotta nell’Attica da Creta, poiché una terracotta trovata a Hagia Triada ci mostra una fanciulla che va in altalena tra due pilastri sui quali sta appollaiato un uccello.
3) Il mitografo dà al nome di Erigone il significato di «figlia della contesa» per via dei guai cui essa diede origine. Ma il suo significato più ovvio è «copiosa figliolanza» con riferimento al copioso raccolto assicurato dalle bamboline della fertilità.