Fuoco

Elementi fondamentali

Fuoco

La complessa simbologia del fuoco presenta aspetti di varia natura, che tuttavia possono essere ricondotti alla sua funzione di elemento fondamentale della vita il quale (così come l’acqua, l’aria e la terra) è capace con la propria azione di determinare i mutamenti dell’essere.

LUNEDI 30  FuocoIl fuoco è innanzitutto (e in questo è detto corrispettivo del calore, del secco e del Sud) uno degli elementi da cui ebbe origine il mondo. La sua dimora è in Muspell, luogo dove abita Surtr, gigante del fuoco per eccellenza: egli nell’ultimo giorno incendierà la terra. Nella cornice del tempo, il fuoco si trova dunque all’inizio e alla fine, il che ne sottolinea la qualità di elemento primordiale indispensabile alla vita (anche la distruzione del mondo per mezzo del fuoco sarà presupposto per l’inizio di un nuovo ciclo). Il legame del fuoco con il mondo delle origini è rafforzato anche dalle figure dei «giganti del fuoco» (oltre a Surtr, Logi «fiamma» e Eldr «fuoco»): i giganti infatti sono le creature primordiali, la cui razza ebbe principio agli inizi del tempo. Il potere creativo del fuoco appare anche nel racconto della Saga dei Gotlandesi, dove è detto che l’isola di Gotland, che emergeva di notte e sprofondava nel mare di giorno, poté rimanere fissa al proprio posto solo quando su di essa venne portato il fuoco.

La concezione del fuoco come elemento capace di determinare i mutamenti dell’essere appare anche allorquando si allude al potere magico di Odino, il quale è in grado di comandarlo secondo il proprio volere.

La potenza vitale, purificatrice e rigeneratrice del fuoco, collegata al concetto di inizio, spiega l’uso, ampiamente testimoniato, di prendere possesso di una terra consacrandola col fuoco, il che avveniva sia procedendo a una vera e propria circumambulazione, sia accendendo fuochi nei punti cruciali del suo perimetro, sia scagliando una freccia infuocata (tundrör f.) a sorvolare il terreno di cui ci si voleva appropriare.

Il fuoco nel suo carattere di elemento purificatore e rigeneratore diviene anche strumento iniziatico: in tal senso va inteso il supplizio di Odino, appeso tra due fuochi, e l’uso del fuoco nell’ordalia.

Il fuoco che per natura sale verso il cielo è anche veicolo di sublimazione: tale senso ha l’uso di cremare i cadaveri. Esso ha comunque funzione di legare la terra al cielo anche là dove, sotto forma di fulmine, sia scagliato dall’alto. Il fuoco è qui la potenza del dio del tuono Thor (del quale si dice che aveva uno sguardo di fuoco). L’unione del cielo e della terra mediata dal fuoco esprime inoltre una simbologia sessuale che ritorna anche là dove si osservi come esso fosse per lo più prodotto mediante un atto di sfregamento.

Il fuoco è dunque calore vitale, purificazione, rigenerazione, sublimazione, amore: è perciò fonte di fecondità e di conoscenza illuminante. Nelle parole di Odino è detto:

il fuoco è la cosa migliore per i figli degli uomini

e la vista del sole,

la propria salute se la si abbia,

vivere senza macchia.

In questi versi è evidente l’equazione simbolica fuoco = luce = purificazione = integrità.

Al fuoco sono anche attribuiti poteri medicinali, protettivi e difensivi.

Un fuoco che arde è riparo sicuro dai nemici. Così si dice che il rosso che si vede sul ponte dell’arcobaleno è «fuoco che arde». Esso ha lo scopo di impedire ai giganti di scalare il cielo. Un bastione di fuoco è messo a difesa della dimora di talune fanciulle: Gerðr che diverrà sposa di Freyr; Brunilde, la valchiria che solo l’eroe Sigurðr potrà avvicinare; e anche Menglöð, che dovrà unirsi all’eroe Svipdagr. Per l’eroe che lo deve oltrepassare il bastione di fuoco ha funzione purificatrice. È uno strumento di trasmutazione spirituale, la barriera tra l’imperfezione e la perfezione.

In un verso è accennata la funzione protettrice del fuoco contro i marosi, là dove si suggerisce di imprimere le rune sui remi per mezzo del fuoco. Tale uso è testimoniato anche nel folclore.

Un cerchio di fuoco che non può essere oltrepassato dall’interno Paralizza le forze di una strega. In quest’ultimo caso compare la simbologia del fuoco infernale che brucia ma non consuma, perché è qui esclusa ogni possibilità di rigenerazione.

Il fuoco è anche uno dei pochi mezzi veramente efficaci contro gli spettri: riesumando il cadavere e bruciandolo ci si libera delle sue apparizioni.

La ricchezza della simbologia legata al fuoco spiega l’importanza del focolare nella casa, al quale non è evidentemente legata soltanto Una funzione familiare e sociale, bensì anche la concezione religiosa della vita. Il focolare è il centro della casa, il simbolo della sua stessa esistenza, il santuario domestico. Lì dimorano spesso gli spiriti dei morti che proteggono la casa, ed esso è legato ai momenti importanti della vita della famiglia, come mostra buona parte del folclore scandinavo. Il focolare è inoltre legato all’immagine della fucina del fabbro, luogo di creazione e di distruzione, in comunicazione al contempo con le viscere della terra così come col cielo.

Nella casa il fuoco «vive»; non è forse azzardato dunque pensare al focolare come al luogo in cui si celebrò un tempo un culto del fuoco, il cui dio, se un dio del fuoco esisteva nel Nord, avrebbe forse potuto essere Loki (così suggerirebbe il nome, vicino a logi m. «fiamma», e altri indizi). Un fuoco sacro che doveva restare sempre acceso è ricordato nella descrizione di un tempio.

Il fuoco come immagine della luce e della forza vivificante e maschile del cielo ebbe certamente parte nelle feste di fine d’anno (jól n.pl.), durante le quali si procedeva all’accensione rituale di un nuovo fuoco (simboleggiante un nuovo ciclo astronomico), così come in quelle di mezza estate, nelle quali i riti connessi al fuoco ne sottolineavano la simbologia legata al calore del sole che si trova in quel momento al solstizio.

Un fuoco acceso col metodo dello sfregamento del legno era anche, come rivela la parola stessa, il bragðalseldr m.: bragðalr m. è «bastoncino per il fuoco» (eldr m.). Esso veniva usato come rimedio in caso di epidemie o di malattie del bestiame. Questo fuoco era sacro perché la sua accensione era pari a un rito nel quale si ripeteva l’atto dei gemelli celesti in aspetto equino che accendono il fuoco del cielo (il sole). Di queste figure, comuni alla mitologia indoeuropea, si conservano in Scandinavia poche tracce (forse i due eroi Haddingjar o Alrekr ed Erik, figli del re svedese Agni). Essi sono forse stilizzati nella forma della runa M *ehwaz «cavallo», nella quale potrebbero essere viste due teste equine che si fronteggiano.

Infine va segnalata la connessione tra «ferro e fuoco» (járn ok eldr) in contesti nei quali se ne sottolinea la qualità pericolosa e distruttrice. Qui il riferimento è verosimilmente ai metalli e al fuoco che si trovano nelle viscere della terra, dove abitano anche demoni pericolosi, nemici degli uomini e degli dèi. Il fuoco e il ferro sono gli strumenti infernali di cui essi potrebbero servirsi: tale senso ha anche l’equazione fuoco = ferro nel verso: «significa fuoco quando si sogna il ferro».

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