Numeri – Numeri che simboleggiano le qualità dell’essere – Due

Numeri

Esprimono la qualità più che la quantità di un essere o manifestano la sua relazione con l’universo nel tempo e nello spazio. Sono regola e misura delle cose.

Nel mondo nordico, accanto ai numeri che hanno una simbologia propria, per così dire tradizionale, altri se ne riconoscono i quali hanno un significato secondario. Tali sono da un lato i multipli dei simboli-base, che di quelli accentuano il valore; d’altro canto si trovano invece numeri che possono essere definiti di completamento o difetto perché la loro funzione si spiega soltanto in base a quella di un numero-simbolo tradizionale rispetto al quale sono mancanti di un’unità.

Numeri che simboleggiano le qualità dell’essere – Due

È numero di contrapposizione e complementarità.

Due sono i princìpi da cui fu generato il cosmo: calore e freddo, luce e buio, secco e umido, Sud e Nord. Essi hanno dimora in due regioni opposte del cosmo. La prima distinzione dell’essere fu dunque una scissione in due elementi che resteranno complementari e indispensabili l’uno all’altro. Già Tacito insegnava che il progenitore divino dei Germani era Tuisto, il cui nome è connesso alla radice di «due».

duegattiTutte le forme dell’esistenza si presentano in antitesi e complementarità. Cosi le coppie sacre: il cielo e la terra, la prima coppia umana Askr ed Embla, e l’ultima Lif e Lifbrasir cui sarà affidato il compito di ripopolare il mondo dopo il crepuscolo degli dèi. Così ancora Freyr e Freyja, divinità dei Vani, che presiedono alla fecondita; Heimdallr (che governa il mondo?) e Mardöll (che governa il mare?), e poi Fjörgyn e Fjörgynn (dei quali il secondo, seppie forse creato ad arte in epoca tarda, pare tuttavia rispondere all’esigenza di dare alla prima, comunemente identificata nella Terra Mater, l’indispensabile compagno). Il potere sulle diverse entità deve perciò, per essere completo e bilanciato, manifestarsi in duplice forma: ciò spiega il perché siano due i corvi e i lupi di Odino, due le capre di Thor, due i gatti di Freyja. Tale è presumibilmente la ragione per cui molti reperti votivi appaiono in numero di due (vedi anche le incisioni rupestri). Forse l’offerta di una coppia di oggetti identici era destinata alle divinità che formavano una coppia sacra.

Il due garantisce certezza di possesso ed equilibrio. Per questo stesso motivo sono due, Fenja e Menja, le schiave che girano la mola del mulino del cielo dal cui ruotare costante dipende l’armonia del cosmo. L’antitesi fondamentale sulla quale è imperniata la vita è a essa indispensabile: perciò uno degli eventi determinanti che avverranno nell’ultimo giorno sarà l’incontro e lo scontro definitivo di ogni entità con il suo opposto (Odino e il lupo Fenrir, Thor e il serpe cosmico, Heimdallr e Loki, Tyr e il cane Garmr). Il loro vicendevole annientarsi segnerà la fine. Un nuovo ciclo potrà avere inizio soltanto con una nuova scissione degli elementi.

[seconda parte]

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